Mons. DECIO LUCIO GRANDONI

 

In ricordo di S. Ecc. Mons.
Decio Lucio Grandoni

Il 22 marzo alle ore 8,30 il Vescovo Mons. Decio Lucio Grandoni è spirato, mentre recitava per l’ultima volta l’Ave Maria.
Nato a Todi nel 1928, fu ordinato Sacerdote nel 1950.
Nominato Vescovo ausiliare di Foligno nel 1972, due anni dopo fu chiamato a reggere le diocesi di Orvieto e di Todi, poi riunite nel 1986. Nel dicembre del 2003 consegnò il pastorale all’attuale Vescovo, S. Ecc. Mons. Giovanni Scanavino.

L’Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, Mons. Giuseppe Chiaretti, che ha presieduto il rito funebre e il card. Ennio Antonelli, arc. di Firenze, hanno presentato i tratti salienti del Vescovo defunto.
Uomo intelligente e arguto, concreto e franco, pronto a difendere l’ortodossia della fede, vicino alle persone in difficoltà, ha voluto bene sopratutto ai sacerdoti, ha sostenuto la riforma conciliare promosso il Sinodo diocesano (1991-1999).
Per tre volte ha accolto in diocesi il Papa: Paolo VI a Bolsena nel 1976, Giovanni Paolo II a Collevalenza e a Todi il 22 nov 1981, e a Orvieto nel 1990. Dedicò una particolare attenzione alla missione diocesana in Albania.
È stata edificante la serena accettazione della terribile malattia che l’ha portato alla morte. Io stesso sono testimone della sua fede coraggiosa, della preghiera e della venerazione per Madre Speranza.
La nostra Famiglia religiosa, in particolare Collevalnza, lo ricorda con gratitudine. E’ stato lui a presiedere la concelebrazione del 13 febbraio per le esequie della nostra Madre. La sua omelia fu molto apprezzata. Con molta gioia ha aperto e concluso il processo diocesano per la sua beatificazione. Nei primi anni della fondazione dei FAM ha accompagnato P. Alfredo negli studi filosofici e teologici. Ha annoverato il Santuario tra le quattro Basiliche giubilari, proponendo l’itinerario: "Amore misericordioso eucaristico".

Diceva giustamente il card. Antonelli: "Anche se appariva «sbrigativo», aveva molta attenzione per le persone: sapeva comprendere e amare". Avendo avuto la grazia di conoscerlo abbastanza da vicino, confesso che non dimenticherò i vari momenti in cui, in modo semplice ed essenziale, ho sperimentato la sua paternità e amicizia.
Negli ultimi incontri abbiamo pregato insieme e lui concludeva benedicendo la Famiglia dell’Amore Misericordioso e di Madre Speranza.
Per questo Pastore che il Signore ci ha donato, invochiamo la ricompensa promessa ai suoi servi fedeli.

Domenico Cancian, fam

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ultimo aggiornamento 25 aprile, 2006