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P. Gabriele Rossi fam

Madre Speranza di Gesù

 

Questa serie di articoli per evidenziare, in un modo assolutamente essenziale e schematico, quanto di più esemplare e di più importante Madre Speranza ha vissuto e ha realizzato. Vengono offerti brevi spunti di riflessione, tratti soprattutto dai suoi insegnamenti scritti e orali e dalle diverse testimonianze del processo di canonizzazione.

 

 

6. La sollecitudine per la causa dei Sacerdoti

«Come tu, Padre, sei in me e io in loro,

così siano anch’essi in noi una cosa sola...

Io non ti chiedo che tu li tolga dal mondo,

ma che li custodisca dal maligno» (Gv 17,21.15)

 

Animata dalla spiritualità dell’Amore Misericordioso, Madre Speranza ha perseguito inoltre una finalità di carattere eminentemente sacerdotale, nei confronti in particolare del Clero Diocesano, avvalendosi anche in questo caso della generosa collaborazione di tutta la sua Famiglia Religiosa.

Questo interesse apostolico: ha affondato le radici nei lunghi anni trascorsi da piccola e da giovane nella Canonica di Santomera; si è alimentato con la richiesta proveniente dal Signore stesso di consacrarsi radicalmente per il bene spirituale dei Sacerdoti del mondo intero; e ha germogliato e fruttificato soprattutto con la fondazione della sua Congregazione maschile.

I Figli dell’Amore Misericordioso infatti sono tenuti in modo prioritario a ricercare l’unione con il Clero Diocesano, allo scopo di aiutarlo nelle sue eventuali necessità e di fomentarne l’unità interna e la santità. Si tratta pertanto di una prossimità fraterna al Clero: che si preoccupa tanto degli aspetti materiali come di quelli spirituali; che si esprime con una serie di modalità operative ben definite e diversificate; e che si prefigge in ultima analisi di fomentare lo spirito di famiglia verso e tra gli stessi Sacerdoti.

Tra le modalità operative previste, c’è anche quella di un coinvolgimento più diretto – tramite la professione dei voti interni e l’impegno alla vita comune –, nell’apposito Ramo dei Sacerdoti Diocesani FAM. Si tratta di una incorporazione innovativa al medesimo Istituto Religioso, voluta con forza dalla Madre Fondatrice ed approvata per gradi dalla Santa Sede.

Ma questa missione materiale e spirituale nei confronti dei Sacerdoti non sarebbe possibile senza la delicata e preziosa collaborazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, salva restando in ogni caso la prevalenza della loro funzione caritativa a favore dei piccoli, dei poveri e dei sofferenti.

 

6a. Il voto di vittima per tutti i Sacerdoti

«È Dio che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio

come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1 Gv 4,10)

Tutta la missione sacerdotale di Madre Speranza e dei suoi Religiosi è sorretta dal Voto di vittima per il Clero. Con questo atteggiamento oblativo, ispirato dal Signore stesso, la Fondatrice: ha fatto tesoro di tutte le prove patite a causa di Ecclesiastici; ha invocato sui Sacerdoti grazie di riparazione e di santificazione; e ha impegnato in prospettiva anche il proprio cadavere e i propri meriti personali.

«Questa notte mi sono distratta e il Buon Gesù mi ha detto che io non debbo desiderare altro che amarlo, soffrire in riparazione delle offese che Egli riceve dal suo amato Clero e fare in modo che tutti quelli che trattano con me sentano lo stesso desiderio di soffrire e di offrirsi come vittime di espiazione per i peccati che commettono i Sacerdoti del mondo intero; e che io debbo impegnarmi nel ricercare solo la sua gloria, anche se ciò dovesse essere a prezzo del mio proprio disprezzo. Che vorrà dirmi con questo il Buon Gesù, Padre mio?». 1

«Oggi, considerando tutto quello che il Buon Gesù ha fatto e sofferto per noi e l’amore che continuamente ci sta dimostrando e la scarsa gratitudine da parte delle anime a Lui consacrate e le numerose offese che riceve dai suoi Sacerdoti, mi sento trasportata a rinnovare la mia offerta come vittima di espiazione fatta il 24 dicembre 1927, per riparare le mancanze dei Sacerdoti di tutto il mondo. Molto poco è, Gesù mio, quello che ti dono per una riparazione così grande; ma tu uniscila al tuo amore e alla tua misericordia: e tutto resterà pagato». 2

«Oggi – giorno del Giovedì Santo – ti chiedo, Gesù mio, di non dimenticarti dei Sacerdoti del mondo intero, per i quali io desidero vivere come vittima. Illuminali con il tuo splendore, perché comprendano e sperimentino il vuoto e il nulla delle realtà umane. Dona, Gesù mio, alla loro volontà la forza e la costanza di cui hanno bisogno per non desiderare niente al di fuori di Te. Concedimi, Gesù mio, la grazia di vivere amandoti nella continua sofferenza, per poter riparare in qualche modo le offese che ti arrecano i tuoi Sacerdoti; e che, dopo una lunga vita di fatiche e di tribolazioni, io veda il mio corpo disfatto in putrefazione, sempre in riparazione dei peccati che commettono i tuoi Sacerdoti a causa della concupiscenza della carne. Ti chiedo inoltre, Gesù mio, una e mille volte, che le mie sofferenze non servano giammai per riparare le offese che disgraziatamente io stessa ti ho arrecato: questa riparazione mi venga riservata per il Purgatorio; per l’Inferno no, Dio mio, perché lì non ti potrei amare». 3

«O Signore, le mie sofferenze, le mie angustie e i miei dolori servano sempre (e soltanto) per riparare le mancanze dei Sacerdoti del mondo intero». 4

«(Nella riunione comunitaria) la Madre ricorda che è desiderio del Signore che ciascuno di noi faccia il voto di vittima in riparazione delle offese del Clero di tutto il mondo. E’ bene che all’indomani, festa di Cristo Re, insieme alla rinnovazione dei Voti religiosi, ciascuno faccia la rinnovazione di tale voto. Ottima cosa è ripetere ogni giorno tale atto dopo la Comunione. I Sacerdoti la ripetano tra la Comunione con il Corpo e quella con il Sangue». 5

 

6b. La missione prioritaria dei FAM

«E Gesù disse ai suoi apostoli: "Venite in disparte,

in un luogo solitario; e riposatevi un po’"» (Mc 6,31)

 

La missione prioritaria dei Figli dell’Amore Misericordioso: sgorga anche essa da una esplicita ispirazione proveniente dal Signore; consiste nel praticare e fomentare la fraternità sacerdotale nei confronti del Clero Diocesano; si esprime concretamente "più con i fatti che con le parole"; ed utilizza una serie di modalità operative che affrontano gli aspetti sia materiali che spirituali della questione.

«La Congregazione (dei Figli dell’Amore Misericordioso) si propone un doppio fine. Generale: la santificazione dei suoi membri. Speciale: l’unione del Clero Diocesano e la carità senza altri limiti che l’impossibilità morale». 6

«I Figli dell’Amore Misericordioso debbono essere persuasi che, tra le opere di carità da realizzare a beneficio dell’umanità, la principale per loro è l’unione con il Clero Diocesano; e uniti a questi Sacerdoti come fratelli, eserciteranno con entusiasmo e solo per amore al Signore tutte le altre opere». 7

«Consapevoli che Cristo è il sommo Sacerdote misericordioso perché ha offerto se stesso a Dio per noi condividendo le nostre infermità, noi Figli dell’Amore Misericordioso vediamo nei Sacerdoti i primi destinatari e mediatori della misericordia di Dio per gli uomini. Per questo motivo, abbiamo una priorità ben chiara nella nostra missione: "L’unione del Clero Diocesano"... In questa unità che Gesù ha chiesto al Padre per i suoi, è promossa la pienezza della santità sacerdotale, la quale ci rende capaci di annunciare e di comunicare a tutti la sollecitudine misericordiosa del Buon Pastore per il suo gregge...». 8

«La missione sacerdotale dei FAM si attua: 1) aprendo sempre le varie Case della Congregazione all’accoglienza dei Sacerdoti o per brevi periodi di recupero o per permanenze stabili; 2) prendendosi cura della loro vita spirituale, specie di quelli più giovani, tramite l’animazione fraterna di raduni, ritiri e corsi di esercizi; 3) praticando uno stile di gratuità economica, tanto per i ritiri mensili e gli esercizi annuali, quanto per le permanenze non stabili nella Casa Religiosa; 4) provvedendo all’accoglienza e all’assistenza di quei Sacerdoti anziani e malati che intendono ritirarsi presso le strutture della Congregazione; 5) favorendo in ogni occasione incontri fraterni con i Sacerdoti, collaborando con essi nel ministero e offrendo loro aiuto in ogni necessità; 6) nutrendo sempre verso i Sacerdoti rispetto e dedizione e consacrandosi più pienamente alla loro causa con il voto di vittima; 7) e infine, unendo all’Istituto alcuni Sacerdoti del Clero Diocesano tramite la professione dei voti interni e la pratica della vita comune...». 9

«Sulla base di un simile programma apostolico, si può dire che la Congregazione dei FAM non debba quasi conoscere limiti nell’alleviare le difficoltà dei Ministri sacri e nel rafforzarne le potenzialità. In pratica, del Clero Diocesano deve interessarle tutto: la solitudine e la stanchezza, i momenti di crisi e i possibili sbandamenti, la malattia e l’anzianità... Inoltre, deve starle a cuore che nel Presbiterio Diocesano regni una profonda unità di intenti attorno al proprio Pastore e vi siano forme significative di impegno spirituale e di condivisione fraterna». 10

 

6c. Il Ramo Diocesano dei FAM

«Ecco quanto è buono e quanto è soave

che i fratelli vivano insieme» (Sal 132,1)

Al di là delle particolarità giuridiche del Ramo regolate dall’apposito Statuto approvato dalla Santa Sede, i Sacerdoti Diocesani Figli dell’Amore Misericordioso altro non sono che un segno e uno strumento della missione dell’intero Istituto, in quanto mirano a diffondere concretamente nel Presbiterio lo spirito dei consigli evangelici, la pratica della vita comune e la fraternità tra i due Cleri.

«Il Sacerdote che desidera vivere in unione ai FAM per mezzo dei Voti può sempre farlo, ma con il solo fine che questi siano il canale attraverso il quale il Buon Gesù comunichi sempre più le sue grazie per aiutarlo a santificarsi e a fare in modo che il suo ministero sia fruttuoso con le anime». 11

«Il profondo inserimento di questi Sacerdoti Diocesani all’interno della Congregazione è espressione peculiare di quell’unione fraterna che i FAM sono tenuti a perseguire nei confronti del Clero; allo stesso tempo, ne è anche strumento prezioso per una più incisiva azione apostolica nel Presbiterio». 12

«L’unione alla Congregazione consente ai SD-FAM di offrire una chiara e tipica testimonianza ecclesiale, conforme alla natura della Vita Consacrata». 13

«Attraverso l’effettiva prassi dei consigli evangelici assunti in maniera istituzionalizzata, essi si danno totalmente a Dio amato sopra ogni cosa e si pongono alla sequela del divino Maestro al di là della stretta misura del precetto, per seguirne più da vicino gli esempi e gli intendimenti, sotto l’azione dello Spirito Santo. In tal modo, oltre che richiamare tutti i battezzati sul valore comune di questi atteggiamenti evangelici, essi svolgono una funzione profetica tra i Confratelli Diocesani i quali, in virtù dello stesso sacro ministero, sono già chiamati a conseguire le virtù della castità, della sobrietà di vita e dell’umile obbedienza». 14

«Inoltre, attraverso la pratica della vita comune animata dalla carità, essi attestano il valore dell’intima fraternità sacerdotale che unisce i Ministri sacri e si pongono in condizione di superare più facilmente i pericoli dell’isolamento. Così ne fomentano in modo concreto la consuetudine tra il Clero, in vista dell’esempio che ne deriva ai fedeli e dei vantaggi apportati agli stessi Sacerdoti: alimentare la vita spirituale e l’impegno ascetico; custodire e rafforzare la castità; curare la vita intellettuale e la formazione permanente; favorire la collaborazione nel ministero; ridurre le spese di sostentamento». 15

«Infine, attraverso la comunione con i Confratelli Religiosi, essi rendono visibile e nello stesso tempo facilitano la missione dell’Istituto a favore del Clero. E’ necessario quindi che tale unione spirituale, comunitaria ed apostolica, oltre che giuridica, sia da tutti sommamente perseguita, così da rendere la Congregazione una vera famiglia. In tal modo si attesta l’esigenza di una ordinata integrazione tra Chierici Diocesani e Religiosi nella comunione gerarchica con il Vescovo locale, superando ogni possibile forma di contrapposizione, poiché gli uni e gli altri, secondo la vocazione e la grazia ricevuta, servono al bene della Famiglia diocesana e di tutta la Chiesa». 16


1 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 18 dicembre 1927 (n. 3).

2 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 24 dicembre 1941 (n. 707).

3 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 2 aprile 1942 (n. 756-758).

4 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 12 aprile 1951 (n. 1302).

5 Verbali delle riunioni dei FAM di Collevalenza, 5 novembre 1954.

6 MADRE SPERANZA ALHAMA, Costituzioni dei FAM, anno 1954, art. 2.

7 MADRE SPERANZA ALHAMA, Libro delle Usanze per i FAM, anno 1954, parte 1,1.

8 Costituzioni rinnovate dei FAM, 7 gennaio 1999, art. 18.

9 Nota redazionale.

10 Nota redazionale.

11 MADRE SPERANZA ALHAMA, Costituzioni dei FAM, anno 1954, nota all’art. 126.

12 Costituzioni rinnovate dei FAM, 7 gennaio 1999, art. 20.

13 Statuto per i SD-FAM, 26 maggio 2005, art. 7.

14 Statuto per i SD-FAM, 26 maggio 2005, art. 8.

15 Statuto per i SD-FAM, 26 maggio 2005, art. 9.

16 Statuto per i SD-FAM, 26 maggio 2005, art. 10.

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ultimo aggiornamento 07 marzo, 2013