La lettera

 

Nostro fratello Papa

Carissimo,

è la rivoluzione del Concilio, il futuro della Chiesa che si chiama con il nome di Francesco. Osanna di fede, evento della storia del mondo, gioia strepitosa della terra: "Laudato sii, mio Signore, per papa Francesco…".

Questo nuovo Papa, che viene nella povertà di se stesso, delle cose, per essere comunione sulla strada, con la gente, profeta di umiltà. Che traccia subito, con i fratelli, la via della Chiesa: "Incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo". Ed incominciamo pregando.

Sì, pregando. Fu un trasalire, disarcionati da ogni previsione, sorpresi dall’imprevedibile, dal mistero di Dio. Un Papa che si inchina davanti al popolo, come a ricevere una investitura dal popolo, che chiede al popolo di benedirlo.

E si fece silenzio. Una folla immensa, che aveva gridato "viva il Papa", come un boato, e che, d’un tratto, riempie di silenzio impossibile la piazza. Magia attonita del vuoto, vertigine del mistero, nell’attesa dello Spirito.

E lo Spirito è venuto. Accadranno grandi cose nel cuore del mondo.

Un Papa nuovo, testimonianza evangelica di essenzialità, che chiede alla Chiesa di camminare sui sentieri semplici e missionari dei poveri. In coerenza con la misericordia e la giustizia, con quella fedeltà che ha segnato, nel tempo, la "violenza" dell’amore, dalla contestazione di san Giacomo al sangue di mons. Romero.

In un mondo, come quello di oggi, brutale e infedele, è questa Chiesa che ci può portare al "giorno dopo il Sabato".

Sia presagio il Tuo nome, carissimo fratello Papa, sia fiducia l’offerta tenerissima dei fiori che Tu hai deposto sull’altare di Maria.

Nino Barraco

 

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ultimo aggiornamento 13 aprile, 2013