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Sr. Erika di Gesù, eam |
Un cammino di Speranza
Coraggio di Madre
Gli occhiali del coraggio
Non so a voi, cari amici, ma a me spesso manca il coraggio.
La vita ci prova, e raramente le cose accadono quando e come ce le aspettiamo. Leggo in un Bacio Perugina: Quello che ti aspetti, arriva sempre quando meno te lo aspetti.
Ed io, che cosa mi aspetto?
Ho la forza di attendere ciò che, quasi certamente, non avverrà quando e come desidero?
Ne ho il coraggio?
Meglio un giorno da leoni che cento da pecore, dice sempre il mio papà, ma è pur vero che una persona il coraggio non se lo può dare… Non è precisamente sale o lievito che dà sapore e fermenta la mia vita. È merce rara. Chi si vanta di averne, ammesso sia così, non lo può vendere né regalare. E allora? Esiste un mercato del coraggio?
Madre Speranza aveva coraggio. Ha affrontato le dure prove della vita pensando che prima di permetterle, Dio stesso le aveva valutate passandole fra le sue mani, come chi forgia l’oro nel fuoco.
Scorgere Dio in tutte le cose, in tutti gli avvenimenti è il paio d’occhiali che la Madre ci suggerisce per vivere una vita… da leoni! Allora, ho bisogno di un Centro ottico, più che di un mercato.
Mi consola sapere che la Madre aveva l’abitudine di prestare i suoi occhiali a chi ne aveva bisogno!
Madre, permetti che li provi? Certo, figlia!
Il coraggio del domani
Partire. Andar via da casa per entrare in convento. Anzi, per diventare santa. Mamma, domani è Santa Teresa! Voglio partire per diventare santa, una grande santa come Lei… Parto domani!
Ecco il viso di questa giovane di poco più di vent’anni mentre parla a sua madre: pallido, un po’ contratto, eppure pieno di fiducia. Domani è il giorno tanto atteso!
Figlia, aspetta! Implora la mamma malata.
No, devo proprio andar via domani… Una santa come Teresa è garanzia di successo.
Nessun indugio: che la malattia faccia il suo corso, che le cose si aggiustino da sole, che la mamma stessa dica qualcosa, qualunque cosa possa liberarmi dalla colpa di lasciarla sola.
Madre Speranza parte così, senza nessuna esitazione. Perché? Da dove attinge il coraggio?
Umanamente parlando, dalla madre stessa, che se in principio sembra voler trattenere la figlia, poi la incoraggia con l’imperativo divino: Va’, figlia mia…
In Santa Teresa, che diventa il suo modello di vita: una vita alta, tosta, direbbero i giovani; senza cedere al compromesso, vivendo un cristianesimo di facciata!
E in Cristo, che è la sua forza fin da bambina, quando Lo stringe al cuore per sempre, compagno inseparabile, ospite delicato, più buono… del cioccolato!
Infine: nel domani. Perché è domani che la promessa di Dio si realizza. Non importa se sembra lontano, il domani. Se tarda, attendilo. Sarà forse diverso da come lo avevi sognato, ma non tradisce la promessa.
Il domani della Madre è arrivato. Domani è già oggi. L’oggi della sua partenza da casa. Magari anche della tua. Senza fughe, senza colpe, senza rimpianti. Portando nel cuore, come la Madre, una struggente parola di addio: Va’, figlia, e se muoio… prega per me!
Madre Solitudine
Una costante della storia personale è che il Signore spesso toglie ogni appoggio umano per aiutarci a comprendere che il vuoto del nostro cuore, senza di Lui, resta incolmabile.
Nel dolore non c’è conforto che tenga, se non quello del buon Gesù, assicura la Madre. Nessuna creatura è così esperta come l’Uomo dei dolori. Forse Maria, San Giuseppe. Hanno imparato dal Figlio – non subito, a dire il vero - che l’unica cosa che conta nella vita è occuparsi delle cose del Padre, abitare la casa del Padre.
Il padre terreno ci insegna a camminare, ci prende per mano o sulle spalle, ci copre di baci quando siamo tristi, oppure veglia silenzioso sui nostri primi passi.
C’è un altro padre che sulla terra ci insegna a camminare. Anch’egli veglia: ascolta, parla, previene, esorta, rimprovera, ci aiuta a vedere con gli occhiali giusti le cose del Padre: il padre spirituale. La Madre ne ha sempre avuto uno. Da giovane, fino alla vecchiaia.
Il vescovo di Murcia l’ha aiutata quando era in crisi, perché la meta della santità sembrava sempre più irraggiungibile e un santo sacerdote, P. Antonio, ha forgiato la sua tempra forte con prove bizzarre ma efficaci!
Un giorno, però, alla vigilia della fondazione delle Ancelle, anche lui l’ha abbandonata. Gesù aveva predetto alla Madre questa prova difficile, la più dolorosa.
– Era Gesù che mi annunciava la solitudine nella lotta… oppure lei ha qualche dubbio? – domanda la Madre a P. Antonio .
– Credo fermamente che tutto è opera di Gesù e che Lui vuole si faccia tale fondazione – risponde il Padre.
L’afflizione della solitudine strazia il cuore di questa donna forte, che non si spaventa di nulla, proprio come Santa Teresa, che si rialza dopo ogni fallimento, che è disposta a tutto per compiere la volontà di Dio.
P. Antonio scoppia in lacrime. Anche la Madre è triste fino alla morte. Ma piena di coraggio!
Ripenso a Gesù, nella Passione che Lei tante volte ha condiviso con il suo Sposo Crocifisso. Al quadro buio che si trova nella sua stanza, a Collevalenza. Rappresenta Gesù nell’orto, completamente solo, tra le tenebre della notte.
Gesù è triste, infinitamente. Ma dopo aver pregato, si alza e dice con voce forte, solenne: Alzatevi, andiamo!
È sfinito e… forte, Gesù!
È più forte della sua tristezza, più forte dei sentimenti che lo abbattono, fino alla prostrazione del corpo, dell’anima, del cuore.
La solitudine della preghiera è gravida di coraggio. Il coraggio rende sereni anche quando il dolore raggiunge l’apice, quando è insopportabile.
Come ha fatto Gesù a sopportare la dolorosa impressione di essere abbandonato da tutti, abbandonato dal Padre? Come ha fatto la Madre a sopportare l’abbandono della guida che le garantiva la stessa obbedienza al progetto di Dio?
Non so con certezza, perché ancora non so per esperienza. Ho idea che dipenda dal coraggio di andare avanti, costi quello che costi, anche la vita.
Gesù ci ama fino alla fine, fino al costo della vita. Non ci sono scappatoie. Solo una scorciatoia sicura: la croce.
Ma perché avventurarsi su una via così dura, insopportabile?
Per dar gloria al Padre! La gloria del Padre è il Figlio suo, Crocifisso!
La Madre ha sempre abbracciato il Crocifisso, presente in ogni croce.
Per questo il nome di Madre Speranza non è scritto nel libro dei vigliacchi, ma in quello dei Santi!
Grazie, Madre!
Coraggio, figlia!
Sr. Erika di Gesù
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ultimo aggiornamento
13 novembre, 2013