Due Papi... una Suora... una Madre...

P. Ireneo Martín fam

 

La seconda Domenica di Pasqua è stata vissuta dalla Chiesa universale con un evento di straordinaria bellezza e di intensità spirituale per la canonizzazione di due Papi, amati dal popolo di Dio, pur nella diversità del tratto, della provenienza, del carattere e della formazione culturale: Giovanni XXIII, il Papa del Concilio Vaticano II, della "Pacem in terris", cui il popolo ha sempre guardato come al "Papa buono", per la semplicità e l’immediatezza con cui parlava e accostava le persone; bontà non solo per indole naturale ma frutto di un sapiente lavorio su se stesso, come emerge dal suo diario "Giornale dell’anima", dove descrive il suo cammino spirituale di perfezione.

Giovanni Paolo II, "il Papa venuto da lontano" che ha traghettato la Chiesa, per alludere all’immagine di Pietro sulla barca, dal secondo al terzo millennio. Alla sua morte, il popolo con il grido "Santo subito" lasciava capire quanto il suo magistero, espresso altresì nei suoi molteplici viaggi apostolici in tutti i continenti e con le giornate mondiali della gioventù, era stato fedele, fino a viverlo sulla propria carne, al programma di inizio del suo pontificato: "Non abbiate paura...Aprite... Spalancate le porte a Cristo".

Ciò che colpisce per entrambi i Papi è il fiuto del popolo di Dio, "il sensus fidei, ecclesiae" come lo chiama la Chiesa: riconoscere nelle due vicende del ministero petrino l’impronta del volto di un Dio buono, misericordioso e Padre di tutti, che essi hanno saputo renderlo visibile con accenti diversi. Tale diversità è il segno più eloquente che l’azione dello Spirito di Dio passa sempre attraverso il profilo di ogni persona.

La canonizzazione dei due Papi veniva a coincidere con la "Domenica della Divina Misericordia", voluta da Giovanni Paolo II per mettere in luce il messaggio di Suor Faustina Kowalska, che sottolinea in modo speciale il Battesimo e l’Eucaristia quali emergono dal dipinto universalmente conosciuto.

Quello di Suor Faustina è messaggio distinto e convergente con il messaggio di Madre Speranza che ha messo in luce attraverso il crocifisso dell’Amore Misericordioso il Padre "che perdona...dimentica...non tiene più in conto".

Non è senza significato, rileggendo ora a distanza di tempo, il fatto che Papa Giovanni Paolo II, nella sua prima uscita dopo l’attentato in piazza San Pietro (13 maggio 1981), sia venuto a celebrare e a ringraziare qui a Collevalenza ( 22 novembre 1981) l’Amore Misericordioso e a confermare con la sua stessa presenza quanto Madre Speranza operava "più con i fatti che con le parole".

Ancora oggi Collevalenza conserva con gratitudine la memoria di quel pellegrinaggio inatteso dove sono risuonate parole memorabili sulla Misericordia: "Fin dall’inizio del mio ministero nella sede di San Pietro a Roma, ritenevo questo messaggio come mio particolare compito..." "E le mie esperienze personali di quest’anno, collegate con gli avvenimenti del 13 maggio, da parte loro mi ordinano di gridare: "Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti" (Lam. 3,22). Parole che lasciano intuire da quanta incontenibile gioia fosse mosso il cuore del Papa per dire al mondo che era stato salvato dalla misericordia del Signore. Di qui l’urgenza di venire al Santuario, dove rimane segno tangibile della sua presenza una reliquia con un piccolo telo imbevuto del sangue dell’attentato.

Non è senza significato un particolare che molti non conoscono: nel processo di Beatificazione di Suor Faustina l’approfondimento del suo cammino spirituale tardava a completarsi, tanti ostacoli sembravano rallentarne il percorso. Giovanni Paolo II, quando era ancora Arcivescovo di Cracovia, nel 1964 si recò di persona da Madre Speranza. Successivamente un cardinale venne al Santuario da Madre Speranza per chiedere ragione di tanto ritardo. Risposta illuminante di Madre Speranza che suggeriva di rileggere con più attenzione il Diario di Suor Faustina dove non si sarebbe riscontrato nulla di contrario alla fede cattolica.

Con tale indicazione il processo di Beatificazione conosceva un’accelerazione e una felice conclusione. I santi spesso usano un linguaggio che solo loro sanno decifrare.

Non è senza significato che dopo la canonizzazione di Giovanni Paolo II, legato dall’affetto e devozione a Madre Speranza, qui a Collevalenza, il 31 maggio prossimo, ci sia il rito della sua Beatificazione.

Giovanni Paolo II, Suor Faustina, Madre Speranza, tre nomi di straordinaria potenza evocativa senza dimenticare Giovanni XXIII, "il Papa buono", hanno un comune denominatore: la parola "Misericordia" che Papa Francesco spesso usa come cifra del suo pontificato.

27 aprile-31 maggio 2014: un filo provvidenziale lega i due eventi, dove il "Grazie" al Signore per tanto bene dato alla Chiesa diventa gioia, esultanza, impegno a seguire i passi di questi giganti della fede per testimoniare "la gioia del Vangelo" e accogliere l’ideale tenacemente proposto da Madre Speranza:"Hijos mìos, a ser santos!", "Figli miei santificatevi!... che io in Cielo non voglio essere sola".

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ultimo aggiornamento 13 maggio, 2014