Gesù mio, lavami con l’acqua del tuo santissimo costato

L’obiezione più frequente al segno dell’accusa sincera dei peccati, nel sacramento della Riconciliazione, è il doverli manifestare non direttamente a Dio, ma attraverso il sacerdote, creatura uguale a noi.

Ha disposto Gesù che il sacerdote lo rappresenti, quando ha conferito agli apostoli il potere di rimettere i peccati mediante lo Spirito Santo: " Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi" (Gv 20,22).

E poiché ogni peccato offendendo Cristo, il capo, ferisce tutta la Chiesa Suo corpo, anche il ritorno alla comunione ecclesiale, dopo la riconciliazione con Dio, viene espressa dalla mediazione del sacerdote, che rappresenta Cristo e al tempo stesso la Chiesa intera.

Madre Speranza ci invita, inoltre, a considerare la grande forza terapeutica del Sacramento, più che fermarci a soppesarne le difficoltà psicologiche: "Il Sacramento della Riconciliazione… è anche la causa soprannaturale della sorprendente elevazione che si realizza nell’uomo, trasformandolo da peccatore in santo.

Se riuscissimo a persuaderci della verità di quanto ho appena esposto, credo che, lungi dal considerare la confessione come l’atto più umiliante della nostra religione e un tormento per l’amor proprio, lo apprezzeremmo e lo faremmo considerare anche dagli altri come il mezzo per recuperare la dignità perduta e l’ unico passaggio attraverso il quale dall’abisso della nostra caduta mortale possiamo tornare ad elevarci ad altezze celesti.

Per convincerci pienamente di ciò sarà sufficiente fissare la attenzione su quanto avviene ogni giorno in quel santo e venerabile tribunale della misericordia divina. Gesù ci offre il mezzo per risalire dal fondo della nostra degradazione fino allo stato di grazia. Impegniamoci a ricevere il sacramento della confessione per realizzare il nostro desiderio di trasfigurarci in Cristo." (El pan 8, 448-450)

La grazia del sacramento, insomma, oltre al perdono conferisce anche il rinnovamento spirituale e la forza per camminare secondo lo Spirito.

L’Amore Misericordioso, come quando percorreva le strade di Israele, vuole ancora chinarsi sulle piaghe di cui soffrono le povere anime (cfr El pan 24,75) dei suoi figli per sanarle, e come se non potesse essere felice senza di loro (cfr El pan 18,2), attende per questo, ogni giorno, il loro ritorno.

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

La mia bambina è nata con i dotti lacrimali chiusi e all’età di circa un anno, dopo un’immersione nelle vasche del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza e dopo aver effettuato per sette giorni lavaggi con la stessa Acqua del Santuario, guariva completamente.

 

 

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 13 maggio, 2014