La lettera

 

Il bacio dell’anello

Carissimo,

siamo nel contesto del Sinodo sulla famiglia, ed io vorrei ricordarti un "particolare" che abbiamo dimenticato: il Papa, quel grande padre di famiglia che fu Giovanni XXIII, ebbe a indulgenziare il bacio dell’anello nuziale.

È poco? Ricordo che, allora, sussultammo... come Giovanni nel grembo di Elisabetta. Fu un dono che ci fece benedire la nostra vocazione di sposi.

Dico vocazione, perchè la famiglia, come il sacerdozio, come la vita consacrata, non è una scelta, è davvero una vocazione.

L’essere chiamati in una relazione intima da costituire la parabola dell’alleanza di Dio con il suo popolo, l’icona dell’amore nuziale di Cristo per la sua Chiesa.

Mistero, in questo senso, la famiglia. Un mistero di sacramento che ha nella parola di Dio una introduzione, un percorso, un arrivo.

Sposarsi è avere tanta paura, la paura del limite, avere tanto bisogno, il bisogno di infinito.

Un bisogno da murare sulle pareti della vostra casa, per la speranza di ogni giorno:

– nel corridoio di ingresso: "Sono un pellegrino sulla terra" (Sal 118);

– nella stanza da pranzo: "La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa, i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa" (Sal 127);

– nella camera da letto: "Vi fu uno sposalizio in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù" (Gv 2);

– nella sala di ricevimento: "La vostra tristezza sarà trasformata in gioia" (Gv 16).

Sì, una Parola - presenza per il viaggio insieme. Nella gioia del Cantico, nel dolore delle Stazioni, nella luce del Suo volto. Come "sigillo del cuore".

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 21 marzo, 2017