La lettera

 

Vertenza della pace

Carissimo,

le Beatitudini, la "sete di pace", le fedi del mondo, la preghiera per la pace, ancora una volta ad Assisi.

La pace, la Beatitudine dei "figli di Dio", il futuro del mondo, sfida, rischio, vertenza della pace. Utopia? È utopia credere nella pace, lottare per la pace, volere la pace? È utopia credere che non sono più tollerabili le guerre sante, che non ci sono interessi, economie, che valgano più della pace? Gridavano i giovani ai tempi della guerra del Golfo: "Una goccia del nostro sangue vale più di tutto il petrolio del mondo". Certo!

Vogliamo peccare di utopia. È un peccato di cui non ci pentiremo mai.

È utopia credere nella tolleranza, nel rispetto di tutte le fedi, di tutte le culture, di tutte le storie, di tutte le razze?

Credere che il mondo è di tutti, nessuno è estraneo, nessuno è forestiero, nessuno è "altro", nessuno è diverso? Credere in un domani di convivialità, credere che l’altro, schiavizzato per tanto tempo dai nostri colonialismi, non solo ha diritto di essere accettato, ma ci è necessario, abbiamo bisogno di lui?

È utopia credere in una giustizia nel mondo, che cancelli la fame, la malattia, il debito dei paesi poveri? È utopia credere nella dignità della politica, nel pluralismo della poli­tica, nel dovere della politica, a fronte di tutti gli intrighi, di tutti i comi­tati di affare, di tutti i predoni della politica?

È utopia credere che la corsa degli armamenti è già causa di guerra, che la società non può permettere la perdita della speranza?

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 18 ottobre, 2016