La lettera

 

Sperare oltre

Carissimo,

cinque pani e due pesci, e Gesù si appoggia su un giovane per l’impossibile che si avvera.

Ancora oggi, la Chiesa giura sui giovani per la profezia della speranza.

Una speranza oltre ogni riserva, oltre ogni rifiuto, ogni negazione, che segna drammaticamente il nostro tempo.

Si pensi alla imbecillità della cultura della guerra, dell’odio, della violenza.

Si pensi alla menzogna dell’informazione, alla devastazione ecologica, alla manipolazione del patrimonio cromosomico dell’uomo.

Si pensi alle orrende ragioni che danno marginalità ai diversi, ai non produttivi.

Si pensi alla squallida razionalità che assiste all’orrore, alle stragi, alla conta dei morti sui barconi della speranza.

Si pensi al saccheggio di tutte le donne uccise, alla paura che ritarda i bambini che devono nascere.

Diceva Bachelet: “Eppure a noi, a queste nostre generazioni, è affidato il compito di far vivere la vita, di allontanare i pericoli, di trasformare questo pauroso destino in un destino di speranza”.

Ecco. I giovani non possono rassegnarsi alla morte. Non vogliono rassegnarsi alle prevaricazioni di una cultura che ha ucciso i più deboli.

I deboli, travolti dai potenti, dal dispotismo, dai meccanismi ‘di frode, di imbroglio, di ingiustizia.

No, non ci si può rassegnare al dominio della prevaricazione, alla trasgressione dei valori che legittima la violenza delle nostre città.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 07 settembre, 2018