La lettera

 

Qualcuno da amare

Carissimo,

è stato con Gesù. E Andrea incrocia Pietro: "Abbiamo trovato il Messia".

Non puoi contenere la felicità. La contagi, la racconti. È un’esperienza accaduta a te, personalmente, profondamente vissuta.

Hai la novità, il bisogno, il rapimento della notizia. Sì, il rapimento della notizia, perché "la vera predicazione è folle".

Ricordate? La sconvolgente vicenda del profeta: "Prima mangia il rotolo del libro e poi va’...". Prima bisogna essere stati con Lui, avere visto, avere ascoltato, avere mangiato con Lui.

I discepoli di Emmaus lo riconoscono in questo "spezzare il pane". E si dicono: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto ...?". È la novità che ti fa trasalire, lo sgomento, il "fatto" da annunciare, da gridare al mondo, ai fratelli.

La speranza da gridare al mondo, certo. Una necessità pregiudiziale. Seminare speranza, dare speranza, colorare di speranza il mondo, dare un sorriso al mondo.

Fondare le ragioni della speranza, la credibilità della speranza, l’accettabilità della speranza. Lasciarci afferrare, lasciarci "costringere" dalla speranza, lasciarci toccare dal mantello di Elia. Come Eliseo: "Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il mantello".

Gridare Qualcuno da amare, che ci copre del suo amore, della sua speranza.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 29 ottobre, 2018