La lettera

 

Dire Padre

Carissimo,

dire Padre e dire alleluja di Rivelazione, dire fede della Chiesa, il carisma di Madre Speranza.

È dire la Misericordia che grida Papa Francesco, un Dio che non smette di sognare la gioia dei figli.

«Anche se tua madre si dimenticasse di te, io non ti dimenticherò mai». È da questo amore che bisogna trarre tutte le conseguenze, non dalle nostre presunzioni. Da questo Dio, dall’anello d’oro, dal vestito a festa, dal banchet­to, dalle sue imboscate di pietà, dall’agguato del suo perdono.

Da qui, da questo Dio che ama, che non teme di essere sprecato, di essere sciupato, che non ci lascia andare soli (ogni volta che l’uomo abbandona Dio, Dio studia sempre il modo di incontrare l’uomo), che è pron­to a rovinare se stesso, la sua esistenza, il suo progetto di vita – la sua vita! – per me.

È da qui che bisogna partire. Da questo Dio «commosso da misericordia nelle viscere». Bocconi per terra, per pulire i piedi degli uomini. Eucaristia di carne per l’indifferenza della gente.

Da questo Dio che è venuto a cercare sulla terra ogni uomo inutile per dirgli: «Non piangere». Da questo Dio che, ad ogni angolo della strada, ripete (quante volte nel Vangelo!): «Non temete... non temete». Da questo Dio che si è lasciato scoppiare il cuore per gli uomini: «Ho compassione di questa folla».

Partire da questo Dio, che si ostina a credere nell’uomo!

Nino Barraco

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 05 settembre, 2019