L’offerta vittimale in Madre Speranza
Collevalenza, 5-8 febbraio 2006Premessa
E’ un tema del quale si fa fatica a parlarne ma credo che sia l’aspetto che caratterizza in una forma unica, o almeno straordinaria, tutta la vita della Madre e che dovrebbe caratterizzare in forma straordinaria anche la vita di tutti noi.
E’ il tema che noi religiosi e religiose ci siamo riproposti per la nostra formazione permanente di quest’anno, facendo su queste tematiche le giornate di ritiro e le riunioni di Comunità, oltre tutto l’approfondimento che poi ognuno di noi può fare personalmente.
E’ un tema questo dell’offerta vittimale della Madre molto particolare. Direi, in modo straordinario, rivolto a noi religiosi e religiose e, di riflesso, è una pista utilissima per tutti.
Quando si parla di questa "offerta vittimale" non è da confonderla con il Voto di Vittima, che anche la Madre fece nel lontano novembre 1927, quando si offrì al Signore in riparazione delle offese e dei peccati che il Signore potesse ricevere dai suoi sacerdoti. Il Voto di Vittima la Madre lo ripropone anche a chi lo desidera. Noi religiosi facciamo i Voti di povertà, di obbedienza e di castità, come tutti i religiosi; nelle nostre Costituzioni non c’è che dobbiamo fare il voto di vittima, anche se poi, credo, la gran parte di noi, privatamente con il proprio Padre Spirituale, abbia fatto anche questo Voto.
Il discorso che noi facciamo questa mattina è un altro discorso; è tutto un atteggiamento che dovrebbe caratterizzare la vita di una persona, come un progetto di vita; è rivolto in modo molto esplicito alla Famiglia religiosa che la Madre ha fondato, i Figli e le Ancelle dell’Amore Misericordioso. Credo che i laici dell’Amore Misericordioso, che fanno le promesse di crescere in questa spiritualità, si debbano sentire abbastanza sollecitati, più di altri. Comunque è una proposta che può orientare la vita di tutti.La riflessione che vogliano dare si articola su questi punti:
1 Cosa si intende per offerta vittimale e dove la Madre l’ha appresa
2 Offerta vittimale per dare fiducia e seminare gioia
3 Offerta vittimale perché cresca la fede, per riparare, per attuare il Sitio
4 Si attua l’offerta vittimale vivendo una carità senza limiti
5 Preghiera finale1 Cosa si intende per offerta vittimale e dove la Madre l’ha appresa
La lectio divinaMediante quale mezzo il Signore ha potuto far entrare nel cuore e nella mente della Madre, questo progetto di vita? Decisamente nella meditazione, nella contemplazione, nell’ascolto della Parola di Dio. Ora, tutti noi cristiani stiamo diventando più bravi a metterci di fronte alla Parola di Dio, per lasciarci illuminare, guidare, molto di più di quanto poteva essere fatto nei decenni passati.
Molto spesso, almeno in questi ultimi 10/15 anni, ci siamo sentiti stimolati a fare buona preghiera, facendo la Lectio divina, che consiste, a grandi linee, nel prendere un testo della Parola di Dio, leggerlo nel suo contesto, cercare di capirne il significato e l’insegnamento, anche attraverso una buona esegesi o qualche buon commento, per arrivare a rivedere che cosa concreta del mio vivere di tutti i giorni possa essere meglio orientato da questa Parola di Dio.
Anche noi, quando abbiamo terminato i lavori del Capitolo, ci siamo aiutati facendo insieme una Lectio divina. Abbiamo riletto insieme dal Vangelo il racconto di Gesù in casa di Marta e Maria e abbiamo cercato di fare buone applicazioni per la nostra vita.
E’ sicuramente un mezzo molto buono e da incoraggiare.
Ho provato a rivederlo nella esperienza della nostra Madre e non mi pare di averlo trovato in questa forma. Addirittura la Madre dice che non comprende come sia necessario, quando uno va a pregare, che abbia bisogno di un libro. Le sembra una cosa strana come se un giorno andasse ad aprire alla porta e trovasse un povero che, invece di dire di che ha bisogno, dicesse: aspetti un attimo che prendo il libro e le dico quello che devo dire!
Eppure è altrettanto vero che la Madre aveva un culto straordinario per la Parola di Dio. Già nel lontano 1943 scriveva sulla Parola di Dio cose che non si era abituati a sentire in quel tempo. Per esempio:
Care figlie, è tale l'efficacia della parola divina e così meravigliosa la sua virtù, che senza di essa, oso dire, non può esistere la vita soprannaturale; essa sola infatti vivifica i sacramenti, che sono i mezzi istituiti e ordinati da Dio per dare la vita alle anime. Lo stesso sacramento del Corpo di Cristo destinato ad essere il principale alimento dell'anima, lo è solo in forza della parola che consacrando trasforma il pane materiale in Corpo di Gesù; e questo, pur consacrato e perfetto, non vivifica, ma uccide, se chi lo riceve è privo della parola di Dio che dona lo spirito di fede.
Lo stesso Salvatore, parlando della sua santissima Carne ha detto: "La carne non giova a nulla, è lo spirito che dà la vita". A nulla giova mangiare la carne di Gesù eucaristia se non ci si alimenta contemporaneamente della sua divina parola. E' sostanziale mangiare lo stesso cibo e gustare la stessa bevanda, come afferma l'Apostolo: "Tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale; bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava e quella roccia era il Cristo". Come vedete, è grande la necessità che tutti abbiamo della parola di Dio affinché, animati da essa, riceviamo il Corpo eucaristico così da acquistare e conservare la vita soprannaturale. (El pan 8, 1311-1312)
La Madre non aveva studi, cultura, e ciò che ha imparato lo ha imparato stando in ginocchio. Il Signore glielo ha trasmesso nel cuore e nella mente. La Madre aveva un fortissimo culto della Parola di Dio.
Ci sarebbero molti altri testi, nei quali la Madre colpevolizza noi preti e noi religiosi di non trasmettere la Parola di Dio, ma non perché non la predichiamo, ma perché non la enunciamo con la nostra vita.
La Madre ha fatto tanta lectio divina ma – mi sembra – con delle caratteristiche particolari:
- la Madre fa lectio divina partendo non da un testo cercato ma partendo dal vissuto, dal quotidiano, dai problemi del giorno e cercando di scoprire che cosa Dio – attraverso la Sua Parola scritta – vorrebbe che essa facesse e con quali sentimenti in quella situazione concreta;
- la lettura che la Madre fa del vissuto è per conoscere la Sua volontà, i Suoi desideri e – soprattutto – per poter condividere con Lui gli stessi Suoi sentimenti in un costante atteggiamento di offerta vittimale, proprio come ha fatto Gesù. "Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto: Ecco io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore." (Salmo 39, 7-10).
La Madre partiva dal vissuto, poi la sua preoccupazione era : "Che cosa vorrebbe Gesù che io facessi in questa situazione" e li veniva in soccorso della Madre la Parola di Dio, il Vangelo, la Bibbia che conosceva perfettamente e tentava, poi, di applicarlo nella propria vita. Lo ritrovate questo, quando rileggete i testi che la Madre ha scritto sulla "Passione" di Gesù.
La novità della lettura che la Madre fa della Passione di Gesù, a me sembra che sia molto diversa da quella che eravamo un tempo abituati ad avere.
La Madre si mette di fronte alla Passione di Gesù, la flagellazione, i chiodi, le spine la sete sulla Croce, non solo per provare compassione, per dire: «Povero Gesù, quanto ti hanno fatto soffrire!», e questo è capace di farlo in una forma, unica e straordinaria, e sperando di non sbagliarmi, lo fa con più chiarezza di S. Giovanni Evangelista che era sotto la Croce... perché S. Giovanni Evangelista che era sotto la Croce ha visto con i suoi occhi, era un testimone oculare, ha visto le ferite... la Madre per un’esperienza mistica, evidentemente, non solo ha visto, ma ha avuto anche il dono di fare un’esperienza mistica della sofferenza della Passione di Gesù, per cui quando la Madre racconta, per es. la flagellazione, non racconta solo una cosa che ha visto ma una situazione che ha vissuto nella sua carne. Quando racconta come i chiodi trapassavano le sue carni, non racconta solo quello che ha visto, ma racconta quello di cui, per grazia, ha potuto farne esperienza. E se avete notato, quando la Madre parla della Passione di Gesù, riesce a descrivere le cose in una maniera che fanno impressione anche a noi.
Ma è sempre dominata da un pensiero costante, più che restare impressionata da questo, vuol capire quali sono i sentimenti di Gesù, che cosa Gesù ha provato, che cosa Gesù sentiva ... compassione, delusione, rabbia, tristezza... e tenta di ripetere nella sua esperienza vissuta di tutti i giorni questo atteggiamento di Gesù, e la Madre scopre in Gesù questo atteggiamento costante di tutta la vita.- per questo "non ha bisogno del libro" per fare preghiera. Il Libro della Parola di Dio già lo deve aver assimilato. Fa impressione vedere nei suoi scritti la profonda conoscenza che aveva della Parola di Dio e quanta ne ha commentata anche per noi. (Ci ha lasciato il commento di almeno 70 passi del Vangelo, per un complessivo di circa 400 pagine).
La meditazione, la contemplazione, la preghiera portano la Madre
non solo a fare il voto di vittima nel 1927,
ma è una impostazione di vita.Nella Madre contemplazione è lo sforzo di capire e imitare Gesù nella sua offerta vittimale, nella obbedienza al Padre, nella Passione, nell’abbandono, fino al Calvario.
Scopre questo atteggiamento, che poi è tutta la dottrina dell’Amore Misericordioso, di un Dio che non vuole apparire come un giudice, ma come un Padre. Di un Dio che quando vede l’uomo che compie il peccato, fa finta di non vedere, dissimula il peccato dell’uomo. Di un Dio che cerca con tutti i mezzi di far felice l’uomo, come se Lui non potesse essere felice senza di lui.
Vede questo Dio così appassionato del bene dell’uomo, che è pronto a tutto, è pronto dal primo giorno per tutta quanta la Sua esistenza a percorrere il cammino che lo porta sulla croce. Ed anche sulla croce, è molto bello quando la Madre lo sottolinea, la Sua attenzione non era tanto per Sé Stesso. Al buon ladrone che Gli dice: «Ricordati di me» risponde: «Oggi sarai con Me, in Paradiso». Alla gente curiosa che lo insultava sotto la croce, Gesù prega: «Padre perdonali non sanno quello che fanno».
Questo è l’atteggiamento che ha colpito di più la Madre, ed è questo atteggiamento che ha tentare di ripetere in tutta la sua vita.Leggendo gli scritti della Madre si trovano espressioni molto forti e significative ed è difficile incontrare una pagina dei suoi scritti nella quale non si faccia riferimento alla croce e alla sofferenza, come esigenza ed espressione di un vero amore. Non avrei difficoltà ad affermare che la contemplazione che la Madre fa della Passione di Gesù abbia delle connotazioni particolari e nuove. Proviamo a rileggere alcune delle sue frasi, prese qua e là nei suoi scritti: alcune fra le tante, tantissime.
"Chi possiede l'amore di Gesù è sempre disposto al sacrificio"
(El pan 2, 137).La nostra vocazione è per la salvezza del mondo. Gesù si aspetta dalle sue Ancelle dell'Amore Misericordioso, non tanto penitenze quanto saper amare...
(Circ.12/02/1934)Per questo la vita di una Ancella dell'Amore Misericordioso deve essere di sacrificio, proprio perché è vita di amore; noi dobbiamo rassomigliare al nostro dolce Gesù che per amore alle anime non si tirò indietro di fronte a nessun sacrificio...". (El pan 5, 47).
Non siamo stati creati per soffrire ma per amare, solo per amore possiamo abbracciare la sofferenza. "Quando l'amore è forte si ha l'impressione di essere come un fuoco che arde e brucia tutto... e si esperimenta tale fascino nel dolore da arrivare a desiderarlo e sognarlo fino a non poter più vivere senza la croce..." (El pan 2, 132).
Quando l'amore è forte si arriva a dire: "Quanto sono felice, Gesù mio, nel rendermi conto che ho una volontà per offrirtela, un cuore per amarti, un corpo per soffrire e del tempo per servirti esercitando la carità!..." (El pan 2, 81).
E’ questa passione per il bene dell’uomo che porta Gesù a sentirsi orientato, impegnato a qualunque cosa, a qualunque sacrificio.
"E' tanto il piacere che si prova fino a quando si rimane come vittima sulla mensa dell'altare per essere consumata dall'amore. Una vittima fa esperienza di gioie segrete..." (El pan 2, 98). "Quando Gesù trova un'anima disposta al sacrificio, Lui stesso le va incontro e l'accoglie perché lo segua nel reale cammino della croce. Gesù non l'abbandona, anzi, mette nel più profondo delle sua anima." (El pan 2, 104)
Insieme con Gesù …… per salvare anime
Se aspiriamo alla perfezione, dobbiamo seguire il buon Gesù, il quale durante tutta la sua vita desiderò soffrire ed essere umiliato. Si privò di tutto e la povertà gli fu compagna dal presepio al Calvario. (Reflex 22)
Questo, che per la Madre è diventata la sua convinzione, ed anche il suo progetto di vita, è quello che poi ripropone, come progetto di vita.
Spero di non sbagliarmi, ma lo dico perché ne sono estremamente convinto: nella mente della Madre era chiara l’idea di una Congregazione che dovesse diventare un dono per il mondo, per la Chiesa, per questa nostra generazione. Una Famiglia religiosa con caratteristiche che la distinguessero da tutti gli altri religiosi.Questo che ha ricevuto dal Signore e che è diventata la sua convinzione e il suo progetto di vita è quanto ha riproposto con forza a tutti noi. Ci ha pensato come una forma di religiosi diversi da tutti gli altri religiosi.
Mi sono distratta,
ossia ho passato parte della notte fuori di me e molto unita al Buon Gesù e Lui mi ha detto che devo arrivare a far si
- che gli uomini conoscano il Buon Gesù non come Padre sdegnato per le ingratitudini dei figli, ma come Padre pietoso
- che cerca con ogni mezzo
- di confortare,
- aiutare,
- far felici i propri figli;
- che li segue da vicino, li cerca incessantemente con amore,
come se non potesse essere felice senza di loro.
(El Pan 18,2)Questo è da dove è partita, poi scrive questo testo, diretto a noi, ai Padri e alle Suore:
Lo stato religioso è una forma di vita in comunità. In esso le anime chiamate ad una maggiore perfezione, oltre i precetti della Santa Chiesa nostra Madre, si impegnano a praticare per sempre i consigli evangelici mediante l'osservanza dei voti di obbedienza, castità e povertà. Questo è lo stato religioso
ma il nostro stato di Figli e Ancelle dell'Amore Misericordioso
deve essere stato di olocausto offerto a Dio e alla sua gloria. (El Pan 15,8)
- Dobbiamo essere fedeli imitatori del buon Gesù, il quale, per amore dell'uomo miserabile, non badò ad alcuna sofferenza fino a morire nudo su una croce.
- Dobbiamo sforzarci di copiare e far risplendere in noi l'esempio del nostro divino Maestro, esempio di amore al prossimo, carità, abnegazione e sacrificio.
2 Offerta vittimale per dare fiducia e seminare gioia
Per amore dell'uomo miserabile, non badò ad alcuna sofferenza
«Io sono, non temete!» (Gv 6, 20) - La traversata del mare (Gv 6, 16-21)
fino a morire nudo su una croce.
Per quale motivo il Signore ha suscitato, questo progetto?
A me sembra di poter sottolineare, aggiungo sempre un "mi sembra" perché una simile materia credo meriti uno studio più coscienzioso, più impegnato, ed aggiungo questo "mi sembra" per sottolineare le cose che mi hanno colpito maggiormente ma sono convinto che uno studio profondo scoprirebbe, ancora, altre mille cose più belle.
Questo progetto pensato da Dio nella Madre, Dio lo suscita per trasmettere fiducia, per seminare gioia. Non mi dite che il mondo del nostro tempo non abbia un bisogno enorme di tutto questo... e tutto questo, la Madre lo comprende perché essa stessa per prima si è chiesta: "ma come si spiega questo amore di Dio fatto così?" e poi lei stessa si da la spiegazione, immaginando di dare una risposta ad una ipotetica domanda che un Figlia le avesse fatto, ma è un modo letterario della Madre per spiegare, per dire...
La Madre immagina che una Figlia le chieda:
«Madre ma da dove viene tutta questa tenera compassione di Dio verso l’uomo? Quale è il motivo la causa?» e la Madre risponde: «La causa è che il Suo amore lo "redobla" raddoppia in misura che l’uomo diventa sempre più miserevole. Io sono convinta – scrive la Madre – che tutti gli attributi del nostro Buon Gesù, tutti sono al servizio della Sua misericordia e così vediamo che la Sua scienza la impiega per riaggiustare gli errori che abbiamo fatto, la Sua giustizia per correggere le nostre mancanze, la Sua bontà e la Sua misericordia per consolarci, per colmarci di benedizioni, la Sua onnipotenza per sostenerci, per proteggerci». (El pan 2,89)
Qui, poi la Madre entra nel tentativo di descrivere questo progetto di vita ascoltate alcune frasi:
El pan 8, 109 Escritos y Conferencias: Las Esclavas (1943)
[252]
L'anima santa, figlie mie, deve stabilirsi in una grande dimenticanza di sé, in un grande distacco da tutto il creato, e in un immenso desiderio della gloria del suo Dio. Questi sentimenti devono essere il suo pane quotidiano e si devono esprimere in una fedeltà semplice e costante.
Compassione, non vuol dire: "quanto mi fa pena, quanto mi dispiace...". La compassione di cui sta parlando la Madre e quella di dire "la sofferenza tua, la condivido con te".
«...Chi comincia questo cammino, arriva un momento che non si può più fermare ma si sentirà trascinata verso il desiderio di una costante immolazione, e quando la persona scopre questo le resta, notate bene, abbastanza da fare....»
Noi siamo sempre molto tentati di giudicare la nostra vita dicendo: non ho mancato, non ho trascurato questo, ho osservato questa norma; la Madre questo lo presuppone, si parte da questo; ma una volta conseguito questo, resta ancora tanto da fare.
L’anima in questo stato vuole arrivare a consumare l’olocausto. Allontanare, consumare, bruciare tutto per un supremo desiderio ed una vera ansia di immolazione, per dare aiuto e conforto agli altri.
«Ciò che caratterizza questo stato figlie mie, è una vera ansia di immolazione, una vera fame di poter soffrire, una vera sete del sacrificio, una vera passione per le croci, un vero sognare di essere crocifissa con Gesù». Suppongo che non vi sembreranno tanto strane queste espressioni, ormai ne conoscete tante. Alle Piscine: «Ti ringrazio Gesù mio che mi hai dato un cuore per amare ed un corpo per soffrire».
La Madre lo diceva molto convinta, noi quando lo ripetiamo lo diciamo con tanta paura, quasi sperando che il Signore non lo prenda sul serio...
[253]
Da questo stato l'anima passa all'immolazione e qui, figlie mie, non deve già più misurare qual è la maggiore o minore gloria di Dio, perché ha fatto questo lavoro nello stato anteriore. Ora possiede con facilità e prontezza la conoscenza, l'amore e il desiderio della maggior gloria di Dio. In tutto vede facilmente dove si trova questa maggior gloria, la ama con trasporto e subito la sceglie. Tale abitudine è già ben formata in lei e così non esita di fronte ad alcun sacrificio dove possa trovarsi un po' più di onore per il suo Dio.
[254]
Che resta ancora da fare a questa anima? Deve salire qualche grado più su? Le resta, figlie mie, quella soddisfazione umana che aveva dimenticato e verso la quale si era già resa indifferente, e che aveva sacrificato tutte le volte che aveva visto che tale sacrificio era gradito a Dio. Resta ancora abbastanza da fare: si tratta delle ultime tracce delle aderenze che ritardano e pongono impedimento al suo volo. L'anima in questo stato vuole consumare l'olocausto: allontanare, consumare, bruciare tutto per un supremo desiderio ed una vera ansia di immolazione; distacco e rinuncia a tutto il creato per unirsi solo al suo Dio.
[255]
Ciò che caratterizza questo stato, figlie mie, è l'ansia di immolazione, la fame di soffrire, la sete di sacrificio e la passione per le croci. L'anima non vuole lasciare che sussista in lei nulla di ciò che è creato, nessun attaccamento a se stessa, ma solo a Dio. Ella s'immola e immola tutto, tutto ciò che ha e che è. Si annienta per lasciar vivere in lei soltanto il suo Dio.Ella è crocefissa con Gesù: è morta e la sua vita è nascosta in Gesù Cristo.
Nella Madre questo atteggiamento si è impossessato, ormai, di tutta la sua anima e ci vuole entrare sempre di più, per cui, se capitasse una situazione triste (essere stato giudicato male, non riscuotere fiducia, ricevere un disprezzo, essere stato interpretato male, o situazioni simili che certamente creano sofferenza e nelle quali non ci sarebbe niente di male a difendersi o a cercare di mettere le carte in tavola... "guarda, non è così ecc..."), la Madre sceglie per sé e sogna per un Figlio o una Figlia (alla quale un giorno dovesse capitare una cosa del genere) sogna che anche quel Figlio e quella Figlia fossero colti subito dal desiderio di dire "questa è una occasione buona per poter offrire qualche cosa a Dio". Sentite.
1 Io vi dico, figlie mie, che non vi dovete turbare neanche quando vi accusassero di una cosa che non avete fatto e che neanche avete immaginato. Anche se un giorno una superiora, o una maestra del noviziato o chiunque vi dovesse rimproverare per una cosa che non avete fatto, in quel momento elevate il cuore e il pensiero al Signore per dirgli: «Signore, aiutami perchè mi trovo in un momento difficile». Il Signore verrà in vostro aiuto e la vostra anima resterà tranquilla, in pace, senza nessun turbamento perché sentirete il Signore dalla parte vostra e preoccupato di difendere l’anima che in Lui confida e a Lui si è consacrata. (Exhort. del 15.09.1957)
2 Vi raccomando: non protestate e non vi difendete. Questo per me è una preoccupazione perché io ho sempre sognato di poter radunare su questa collina anime consacrate al Signore, capaci di vivere come colombe e in spirito di espiazione per tutte le anime; anime che potrebbero essere provate, che saprebbero accettare anche di essere accusate di una cosa che non hanno fatto perché per loro sarebbe stata una occasione di poter offrire qualche cosa al Signore in sconto dei propri peccati. (Exhort. del 15.09.1957)
3 Io vedevo questa casa, sperduta in mezzo alla campagna, come il parafulmine di tante famiglie e di tutte le persone che sarebbero venute qui al Santuario... Io vi vedevo così, figlie parafulmine delle famiglie e di tutte le persone che qui sarebbero venute; vi vedevo sempre disposte a riparare davanti all’Amore e alla Misericordia del Signore, in modo che tutti quelli che arrivano qui tristi o sconsolati non se ne dovessero andare senza aver fatto esperienza del conforto del Signore... Io vengo a dirvi, figlie mie, che con il vostro lavoro e con la vostra vita siate sul serio parafulmini della giustizia di Dio. (Exhort. del 15.09.1957)
Noi, tante volte, non riusciamo a renderci conto di tutte le persone che sono passate ed il più delle volte non riusciamo neanche lontanamente a conoscere i problemi, la sofferenza, che una persona che è arrivata al Santuario si porta dentro.
Ce ne accorgiamo solamente quando ce lo dicono, o quando vediamo qualcuno che se ne sta a piangere in un angolino della Chiesa. Eppure quanto è bello pensare che chiunque viene sa che qui può contare su persone che stanno pagando, così come ha fatto Gesù, offrendosi perché lui potesse trovare pace e conforto.
4 Fuggire la tristezza Un buon cristiano, scrive Madre Speranza, deve offrire allegria a tutti; per me è una sofferenza vedere un cristiano che ha perso la allegria del cuore. State attenti: la tristezza è sorella del dubbio e dell’ira, è un pericolo costante. Chi vive contento cerca sempre il bene, pensa bene degli altri, non cede allo scoraggiamento. (Elpan 2,109)
La tristezza non da più valore alle cose che facciamo, ma anzi lo diminuisce: Essere tristi o sfiduciati nella prova è così fatale, è così frequente, così umano.
La Madre sogna delle persone che siano capaci di cogliere tutte queste piccole situazione, perché poi sono piccole cose. La nostra vita è fatta di cose molto piccole, ma colte per essere nelle mani di Dio, persone che collaborano, che danno qualche cosa, per portare pace e conforto. Ancora, questo atteggiamento la Madre lo vede, prima di tutto per dare conforto, come se Dio volesse essere aiutato ad essere conosciuto come Padre buono, anche attraverso questo mezzo.
5 La tristezza non è stata mai una virtù. Impedisce l’apertura. La tristezza non dà più valore alle cose che facciamo, ma, anzi, lo diminuisce. Gesù ama molto di più chi lo serve con allegria. La allegria diventa una delle componenti più importanti nella vita di ogni persona; sono molto frequenti i casi di persone che progrediscono a fatica o che non perseverano solo perché non vivono con allegria. Cosa si può chiedere a una persona triste, melanconica, spaventata? (El pan 2,107)
6 Impegno Io devo impegnarmi a fare qualche cosa perché tutti arrivino a capire che Gesù è verso tutti un Padre buono, che ci ama con amore infinito, che non fa distinzioni. Anche l’uomo più perverso, il più miserabile, il più emarginato, Dio lo ama con tenerezza immensa, è per lui un padre e una tenera madre. (El pan... 2,67)
7 Nel nostro ambiente di ogni giorno.
La persona che ama il Signore è felice e gode continuamente della sua presenza. Ha compreso che per trattare con Lui non c’è bisogno di muovere neppure un passo, poiché il Signore dimora e vive dentro di noi
. (El pan... 5,19)
3 Offerta vittimale per riparare, perché cresca la fede e per attuare il Sitio
La Madre racconta la sua esperienza e la ripropone a noi
Sottolinea molto la Madre che questo atteggiamento d’offerta vittimale, vissuta con gioia deve essere anche per far crescere la fede, per riparare i peccati. La Madre lo viveva con un senso materno molto forte, ascoltate questa frase quando parlava di noi Figli . Scrive, la Madre al Padre Spirituale, Padre Gino:
El pan 18, Hoy Diario
[1469] Padre mio, mi sento schiava di Dio, dei miei figli, figlie e del mio prossimo; le chiedo di pregare il Buon Gesù perché mi aiuti ad accumulare tante virtù e metterle in pratica per fare tutto il bene che Egli desidera. Gli chieda anche la grazia, se vuole, che dimentica di me stessa, possa immolarmi per il mio Dio; creda pure che la stessa cosa chiederò per lei.
Nel 1952 scrive questo pensiero:
[1348] Collevalenza 1 giugno 1952. Credo, padre mio, che il mio amore per Dio non sia conforme col mio comportamento, perché cerco il mio benessere anziché la carità, il mio piacere anziché il sacrificio, e trascuro il mio dovere per vivere unita a Lui, senza badare che per questa ambita contemplazione ho a disposizione l’eternità, mentre invece in questo breve esilio debbo soffrire, lavorare per la gloria di Dio e riparare, ad imitazione del Buon Gesù, quale vittima di espiazione.
Per quanto ho conosciuto la Madre e per quanto vi possa aver pensato, faccio una fatica matta a poter scoprire una volta in cui la Madre abbia fatto una cosa anche piccolissima per suo interesse.
El pan 20, Circ 125 Cartas Circulares
[545] Chiedo al Buon Gesù la grazia che tra Lui, i figli e le figlie si stabilisca la carità che faccia compenetrare, capire e gustare gradualmente Dio e le cose che lo riguardano; e con questa mutua simpatia indovinino i desideri di Dio per vivere sempre strettamente a Lui uniti; pregate perché la mia vita sia un soffrire continuo in riparazione dei peccati dei sacerdoti del mondo intero e la mia morte sia d’amore.
Vittima per attuare il SITIO
E’ molto bello, ma potete leggerlo sul Libro che già c’è in italiano, sul commento alla Passione fatto dalla Madre. Quando la Madre commenta Gesù sulla croce l’arsura, la sete, la Madre sottolinea molto di più di quello che poteva essere l'arsura, la sete in quelle ore sulla croce, era molto più forte la sete che sentiva delle anime. Ogni volta che lo rileggo mi fa impressione perché di tutte le volte che ho avuto la fortuna di vedere la Madre mentre aveva esperienza mistica della Passione, questa è quella che mi ha fatto più impressione. La Madre stava distesa nel momento che veniva inchiodata sulla croce … poi l’agonia: non so perché mi è restato impresso questo: guardando le labbra della Madre si vedeva che si spaccavano per arsura. Mi è rimasto molto impresso e quando sento che la Madre dice che è molto più forte di questo era questo suo desiderio...
El pan 20, Circ Cartas Circulares
[688] Per questo, figli miei, Gesù pronuncia quella parola penetrante e straziante: "Ho sete" = "Sitio". Chi non sarebbe accorso ad offrirgli perfino il proprio sangue per spegnere l’ardente sete del Redentore? Invece non trova altro che la crudeltà umana che lo martirizza col fiele e aceto.
[689] Cosa spinge il Buon Gesù a manifestare agli uomini la sete che lo consuma, sapendo che gli era occasione per sperimentare nuovi tormenti? Il suo cuore altro non desidera che soffrire sempre più, perché voleva che la redenzione sorpassasse la malizia umana e perché, bevendo l’amaro aceto dei nostri peccati, voleva trasfondere in noi il vino soavissimo del suo preziosissimo sangue. Seguitiamo ad approfondire questo mistero della sete del Buon Gesù e troveremo significati più alti.
[690] Riflettiamo, figli miei: la sete e l’ardore che consumava il nostro Redentore era insopportabile, ma era tormentato molto più da un’altra sete, cioè la sete d’amore all’uomo da lui redento. La sua è la sete grande della nostra salvezza, ossia ciò che tormenta il Buon Gesù è la sete delle nostre anime, più che la sete fisica; e questa stessa sete è quella che manifestò alla Samaritana al pozzo.
[691] Gesù mio, aiuta i figli e le figlie perché corrano ad offrirti la spugna del loro cuore sciolto in lacrime, chiedendoti perdono e la tua grazia per spezzare le catene dei loro vizi. Fa, Gesù mio, che i loro cuori ardano sempre nel tuo amore, per riscaldare quanti li avvicinano e far capire loro che, se ti amano fortemente, nel dolore si trovano grandi gioie, lo sospiriamo, lo sogniamo e non possiamo vivere se non nella croce.
[692] Pregate perché questa vostra Madre altro non desideri se non saziare la sete del Buon Gesù, amandolo e facendo la sua divina volontà, costi quello che costi. Collevalenza, 25 gennaio 1961
4 Si attua l’offerta vittimale vivendo una carità senza limiti
Quindi un progetto di Dio fatto per dare fiducia per seminare gioia per far crescere nella fede, per riparare i peccati, un progetto che nella mente della Madre si attua con una forma molto chiara.
Di tutti gli scritti della Madre, ce ne è uno che a me fa particolarmente impressione, ma credo che per molti sia così. Gli scritti della Madre, sono gli scritti in cui racconta ciò che ha capito da questi colloqui con Gesù, racconta anche come essa lo ha capito, ed evidentemente sono molto importanti, perché ci trasmettono questa esperienza diretta che ha avuto con Gesù, l’esperienza che ha fatto.
Fra tutti questi scritti ve ne è uno che merita, a mio parere, una particolare attenzione, perché la Madre ce lo presenta non come un testo nel quale essa ha scritto ciò che ha capito, ciò che ha ricordato ecc., ma un testo che essa dice, esserle stato dettato da Gesù.
Sono pochi i testi dei quali la Madre dice che le sono stati dettati da Gesù.
Questo testo, dettato da Gesù, a mio parere, dovrebbe essere il testo fondamentale per noi. E’ un testo dettato da Gesù alla Madre nel marzo del 1929 e sono le Costituzioni con le quali si sarebbe dovuta reggere questa Famiglia religiosa di Figli ed Ancelle che sarebbero stati fondati.
La Madre racconta che il Signore le aveva detto di scrivere questo testo e lei ne era molto preoccupata, credendosi incapace ma il Signore le disse che non si doveva preoccupare: sarebbe stato sufficiente procurare un quaderno ed un lapis; e poi racconta che il Signore le ha dettato questo testo.
Questo testo integrale dettato da Gesù purtroppo noi non l’abbiamo mai avuto, solo alcuni anni fa ne abbiamo avuto una parte: quella che si riferiva alla Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Il testo che la Madre ha scritto di Costituzioni per noi, per i Figli, la Madre ha detto che ha finito di riscriverlo negli anni dal 1952 al 1954 e non è lo stesso testo dettato da Gesù nel 1929; è il testo nel quale la Madre ha inserito alcune cose. Per esempio, vi ha inserito, e lo dice espressamente, tutto ciò che riguarda i Sacerdoti diocesani con Voti, che per fare questo si è fatta aiutare da Mons. Perfetti e vi ha inserito tante altre cose che in quel tempo la Chiesa esigeva che ci fossero nelle Costituzioni.
Quando nel ’29 fu dettato questo testo le Costituzioni, come erano allora dei vari Istituti, erano una raccolta di norme giuridiche che regolavano la vita dell’Istituto, mentre tutto quello che era il carisma, la spiritualità era in un libro a parte "Las Santas Costumbres" il Libro delle Usanze. Quando la Madre presentò questo testo di Costituzioni, capisco che il Vescovo di Tarazona, Mons. Nicanor Mutiloa, non le avesse potute accettare e difatti lui stesso ne fece un’ampia riforma di questo testo delle Costituzioni, lasciandovi una piccolissima parte di quello che era il testo originale della Madre, aggiungendo tutto quello che la Chiesa, in quel tempo, voleva che ci fosse nelle Costituzioni.
Adesso è cambiato: dopo il Concilio la Chiesa, ha chiesto a tutti gli Istituti di rifare le Costituzioni e di inserire in esse, in una forma abbondante, quello che è il carisma, quello che è la spiritualità e mettendo in un libro a parte (noi lo chiamiamo "Le norme applicative") quello che sono le norme giuridiche che poi possono essere cambiate da un Capitolo all’altro, ed adattate ai tempi ecc.
Questo testo era fuori dell’ordinario rispetto a quello che erano i testi delle Costituzioni in quel tempo, perché in esso, esclusa l’ultima parte, appariva molto forte tutto quello che era il carisma vero e proprio ed emerge chiaro il progetto di Dio.
Ve ne leggo alcuni passi, la traduzione che vi propongo è mia quindi può essere molto migliorata ma il pensiero che ne emerge da questo testo, vi assicuro, è quello che vi sto per riproporre; vi è anche un atteggiamento buffo, se volete, in questo testo dettato dal Signore, perché – tra l’altro - parla anche di tutti gli incarichi dentro l’Istituto, ad es. della portinaia, della guardarobiera, dell’economa, della cuoca, della sacrestana, dell’infermiera , della Superiora, ecc. e descrive in questo testo quali sono le qualità che una religiosa deve possedere per fare questo servizio. Voi vi aspettereste di sentire descritte le qualità per poter fare la cuoca, la guardarobiera, mettereste qualità ben precise, non so che sappia cucinare, che sappia tenere in ordine ecc. Sembra quasi una ripetizione, che uno che vuple scrivere bene non farebbe, ma nostro Signore lo ha fatto. Ogni volta che parla di questi diversi uffici, ciò che deve distinguere una religiosa perché possa fare la cuoca è una squisita carità, ciò che deve distinguere una religiosa perché possa fare la guardarobiera, una carità premurosa, ecc.
Sentite come si esprime. Il sogno che il Signore ha manifestato alla Madre era quello di pensare ad una nuova famiglia religiosa, nella quale ognuno
Una nuova famiglia nella quale ognuno …
… dovrà vedere in ogni persona che accoglie un’anima segnata dalla immagine di Gesù e in ogni consorella un’anima nobilitata dall’altissima dignità di sposa di Lui.
… dovrà evitare nelle parole, nei gesti e nei sentimenti tutto ciò che ci può esser di volgare o grossolano, che è proprio solo delle persone senza educazione.
… dovrà essere amabile nel tratto:
- compiacendosi mutuamente in tutto quello che non sia offesa a Gesù
- usando buone maniere nel chiedere o negare q.c.,
- ugualmente nel comandare,
- senza chiamare nessuno per motti o soprannomi.
Una nuova famiglia nella quale, come fa Lui che dissimula le mancanze degli uomini, ognuno …
dovrà imparare a chiudere gli occhi sui difetti degli altri;
- dovrà imparare a interpretare in modo favorevole tutte le loro azioni;
- dovrà imparare a osservarle con occhi semplici e retti;
- dovrà imparare a non prenderle mai a male;
- dovrà imparare a scusare almeno l’intenzione quando non può giustificare l’azione;
- dovrà imparare a soffrire senza risentimento e senza lamentele il disprezzo, le offese, le stranezze del carattere o cose simili;
- dovrà imparare ad aiutarsi mutuamente in qualunque necessità;
- dovrà imparare a darsi conforto nei momenti tristi;
- dovrà imparare a rallegrarsi per il bene degli altri.
Una nuova famiglia nella quale, se qualcuno si rendesse conto di aver offeso, contrariato o mortificato un altro, ognuno sarà disposto:
a chiedere scusa, a dargli soddisfazione completa, a chiedergli umilmente perdono. Una nuova famiglia che deve essere un luogo di pace, di unione intima, di vero amore; che non deve essere trasformato in un campo dove si semina zizzania; per questo:
diligentemente si evitino giudizi temerari, pettegolezzi o cose che la carità vuole tenere nascoste; mai si potrà ascoltare quello che contro il prossimo si dice; tanto meno si potrà raccontare quello che si fosse ascoltato contro qualcuno; si deve vigilare con santo zelo contro questa peste delle comunità. Temo che quanto sto per leggere, quando voi l’ascolterete, stenterete a crederlo fino in fondo, perché nel nostro modo abituale di vivere e di parlare, abbiamo tutto un altro sistema.
Si parla di una nuova famiglia nella quale c’è un vizio che Dio chiama infame. Io non ho trovato nessun altro vizio definito "infame" da Dio.
Un vizio che rende abominevole la persona che lo commette; una parola molto forte nella bocca di questo Dio che è Padre, che è buono, che ama anche l’uomo più perverso.
C’è un qualche cosa che supera tutto, che rende l’uomo abominevole, un vizio che distrugge tutto il bene che la carità costruisce, questo è la mormorazione.
Deve aver fatto molta impressione anche alla Madre, perché anni più tardi ha scritto un bellissimo testo per spiegare cosa è la mormorazione: raccontar le cose degli altri, sottolineare ciò che uno ha visto di male negli altri e non cercare di nasconderlo.
Una nuova famiglia nella quale la mormorazione:
è un vizio infame che rende abominevole la persona che lo commette e che distrugge tutto il bene che la carità costruisce. (cfr. El pan 3, 57-62 )
Questa ultima affermazione di Gesù deve aver fatto molta impressione anche alla stessa Madre Speranza, la quale, qualche anno dopo, nel 1941, sentì il bisogno di spiegare alle sue Figlie che cosa fosse la mormorazione e nel Libro Consejos prácticos a mis hijas scrive:
Tutti sappiamo che la mormorazione consiste nel manifestare ad un altro le mancanze del nostro prossimo, spesso distruggendo il suo buon nome. Ciò avviene ogni volta che riportiamo i difetti altrui. Forse con maggiore danno se lo facciamo senza indicare detti difetti, ma usando espressioni che alludono a cose nascoste; così, per esempio, la frase: "Se io potessi parlare!"; oppure, nell'ascoltare maldicenze, rispondere: "Io anche avrei da dire, ma preferisco tacere". Questo è terribile perché credo che una tale riserva danneggi molto più della manifestazione aperta di ciò che è successo; induce a sospettare, infatti, che si nascondano cose molto gravi.
Qualcuno potrebbe dire: «Io, quando parlo del mio prossimo, riferisco sempre cose risapute, per cui non credo di togliere la buona riputazione, dato che quello che dico non l'ho visto io ma mi è stato riferito. In tal caso la mia mancanza non è tanto grave perché si tratta di cose pubblicamente conosciute. Si sa che, quando un delitto è pubblico, diminuisce la gravità del parlarne». Io credo invece che anche in quest'ultimo caso chi si compiace di riferire le mancanze dei propri fratelli dimostra di avere nel petto un cuore completamento freddo, privo di amore e di carità.
(El pan 5, 282-285)Questo progetto pensato da Dio si porta avanti non con grosse penitenze, od atti grossi che possono fare impressione, non con grossi digiuni ma vivendo la carità allo stile di Dio. Vivendo la carità, dice la Madre, senza limiti.
Nel 1940 il 10 di ottobre la Madre scrive da Roma questa lettera circolare a tutte le figlie:
Mi dà molto conforto vedere nelle lettere di quasi tutte voi le buone disposizioni nelle quali vi trovate, ossia vi vedo disposte
- a farvi sante e ad aiutare i vostri fratelli esercitando verso di essi una carità senza limiti,
- fosse anche a costo dei più grandi sacrifici
- e che, per questo, fate affidamento sulla grazia e l’aiuto del buon Gesù.
Io mi congratulo con voi e sono felice di avere delle figlie che vivano con ardore simili buoni desideri e che siano di uno stampo così eroico.
Comunque non so se proprio tutte vi siete rese conto fino in fondo della importanza e del lavoro che presuppone una impresa simile a quella che - mi dite - avete incominciato e cioè quella di volervi fare sante vivendo una carità senza limiti e senza desiderare nessun'altra cosa.
Questo magnifico lavoro presuppone un lavoro improbo e - molte volte - scoraggiante.
State attente :
non vi illudete pensando che quelli che ne avranno beneficio da questo vostro impegno possano saper apprezzare questo vostro lavoro o che vi possano essere riconoscenti; macché, al contrario, essi si riterranno di aver diritto a tutto quello che voi potreste loro offrire e saranno convinti di aver diritto ancora a molto di più; da questo ne verrà che - invece di trovare in loro parole di gratitudine - potrete trovare in essi rimproveri, fastidio e forse anche odio o peggio ancora;
- i nostri tempi sono portatori di molte sofferenze .
In un contesto dove noi viviamo sembra un linguaggio dell’altro mondo, viene molto più spontaneo arrabbiarsi, difendersi, aggredire, accusare, mettere in piazza le cose fatte male da un altro. Questo lo vediamo non solo nel mondo, ma possiamo essere tentati di riviverlo, anche, nel nostro ambiente, anche fra di noi.
La cosa più difficile
in questa impresa che avete cominciato, a mio parere,
- consiste nel saper resistere a se stessi;
- poiché un camminare sempre contro corrente è cosa tremenda
- e saranno tanto poche le volte che potrete concedere ai vostri gusti quello che per natura desiderate;
- vi vedrete il più delle volte nella necessità di doverci rinunciare.
Per cui fate tanta attenzione, in ogni momento, a scegliere di voler dare a Gesù qualunque cosa Lui vi chieda, senza dimenticare che Gesù va in cerca di anime pronte al sacrificio.
E’ cosa dura per la nostra natura
anche il dover sopportare tutte le occasioni
che dobbiamo cercare per conseguire di essere umili:
- far tacere il nostro amor proprio e il nostro io,
- far tacere il desiderio di star bene,
- far tacere il desiderio delle cose comode,
- far tacere il desiderio di apparire,
- far tacere il desiderio che gli altri pensino bene di noi,
- che ci vogliano bene,
- che ci abbiano tutti i riguardi dovuti.
Vincere e superare tutti questi ostacoli
- può diventare un lavoro difficilissimo se nel nostro cuore non arde un sincero amore per Gesù;
- quando, invece, nel nostro cuore è molto vivo il fuoco dell’amore a Gesù, tutto diventa più facile, più leggero e più soave.
5 preghiera finale
«Padre, che siano uno, come noi!» (Gv 17, 11) Gv 17, 1-21
«Fa che figli e figlie vivano sempre uniti nel tuo amore e nella tua carità»
Chiudo con una preghiera che è sempre della Madre.
Il brano che vi leggo fa parte di una preghiera che la Madre faceva negli ultimi anni, soprattutto quando non poteva fare più un grosso servizio con i pellegrini, la sera, al pomeriggio, fino a quando stava presso l’Istituto passava buon tempo nella Cappella, da sola pregando. Più volte siamo riusciti a sorprenderla mentre pregava e ci ha fatto impressione. Una sera stava pregando così; era il 19 gennaio del 1974, pregava per noi:
El Pan 22, Ora 913-921 Texto transcrito de la viva voz de la Madre.
La Madre en oración: 19 de enero de 1974, 913-921
«... Che ti possano dare molta gloria, ma che, uniti nel tuo amore, sappiano essere ciò che Gesù vuole. Fatelo, Vergine santa! Fa che figli e figlie vivano sempre uniti nel tuo amore e nella tua carità (vivano la carità senza limiti).
Nel testo vi sono sempre puntini, perché era un colloquio, noi riuscivamo a sentire ciò che Essa diceva e non – purtroppo – le risposte di Gesù.
... Tu puoi, Gesù mio, fare tutto. Fallo, Gesù mio, fallo! E aiuta, Gesù mio, questi figli e figlie perché siano veramente autentici figli e figlie e nessuno ti dia alcun dispiacere, Gesù mio.
… Tu, Signore, conosci il desiderio che hanno di santificarsi... forse ancora non sono ricorsi a Te… sì, in quel modo in cui ricorre tanta gente, ma loro devono essere diversi, …
Aiuta i figli e le figlie... entrambi hanno buona volontà, ma la buona volontà non basta.
Io ti prego, Gesù mio, che i figli e le figlie non ti diano alcun dispiacere; che figli e figlie, uniti nel tuo amore e nella tua carità, possano vivere con questo amore e questa generosità e questa carità (con questa compassione). … Ricreati con essi ed esse! sì, ricreati, Gesù mio, che (Tu non debba essere solo a soffrire) e che Tu non abbia solo a soffrire, no! (ma Tu possa trovare tanto conforto)
ricreati con essi! … aiutali Tu, Gesù mio, aiutali!!Io, Gesù, vorrei vedere i figli e le figlie camminare per il sentiero della santità, per questa strada su cui si cammina volando.
Si cammina volando. Un’espressione molto bella della Madre. Io vi invito a ricordare un testo con il quale la Madre ci spiegava questo. Essa lo presentava a noi, come se fosse un sogno; era il modo con il quale la Madre trasmetteva le cose che ci voleva insegnare come il Signore l’aveva aiutata a capirle, dicendoci che l’aveva sognato.
Questo camminare sulla strada "volando"... la Madre ce lo spiegava con un sogno, che molti di voi conoscono. Immaginava di vedere quello che avviene quando una giovane si presenta per entrare nella vita religiosa. Immaginava l’arrivo di una giovane desiderosa di farsi Suora.
La giovane, appena entrata si incontrava con Gesù che portava la croce sulle spalle. Gesù le parla e le spiega che entrare nella vita religiosa avrebbe significato portare con Lui la croce. Questa giovane condivide questa proposta e prende la croce che Gesù aveva e Gli dice: "Ora la porto io". Comincia a camminare, ma sente che la croce è maledettamente pesante. L’appoggia sulla spalla, poi la passa all’altra spalla, poi si ferma, poi si riposa, ed alla fine deposita su un greppo la croce dicendo: "No, non ce la faccio".
Viene una seconda giovane che si presenta e vede ancora questa immagine di Gesù con la croce, ascolta il discorso di Gesù e cosa significa entrare nella vita religiosa; alla fine questa giovane dice: "Si, mi è molto chiaro e lo voglio fare ad ogni costo, perché ho capito che è giusto". Prende la Croce e con molta forza di volontà inizia il suo cammino. Un cammino faticoso, lento però è un cammino.
Infine arriva una terza giovane, la quale quando si vede davanti a Gesù non aspetta che Gesù le faccia un discorso, ma corre incontro a Lui per dirGli: "La croce la prendo io" e nel momento in cui prende la croce, diceva la Madre, vede questa giovane scappare via come volando, come se fosse la croce stessa a trascinarla.
Mi sembra, tra i tanti sogni che ci ha raccontato la Madre, anche questo molto bello.
Che non li veda né discutere né volere questo o quest’altro… Che non desiderino altro che amarti; amare Te e soffrire amandoti.