DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA

 
Ai miei Figli
e alle mie Figlie
Giovanni Paolo II

 

Alla Santissima Vergine affido tutti i miei figli e le mie figlie, le mie due amate Congregazioni e tutti i poveri in esse accolti.
Desidero lasciare ai miei figli e alle mie figlie la preziosa eredità che io gratuitamente e senza alcun merito ho ricevuto dal buon Gesù. Questi beni sono:
-    una fede viva nell’Eterno Padre, nel suo divin Figlio, nello Spirito Santo, nel santo Vangelo, nella santa Eucaristia, nel trionfo della Resurrezione e della Gloria del buon Gesù e in tutto quanto insegna la nostra santa Madre Chiesa, cattolica apostolica, romana;
-    una ferma speranza,
-    una carità ardente,
-    un amore forte al buon Gesù
-    e alle Costituzioni dettate da Lui e scritte con tanta fede e fiducia da questa povera creatura, affinché i miei amati figli e le mie amate figlie siano ricchi per l’eternità, poiché praticandole alla lettera, esse saranno il consistente capitale che li arricchirà nella Patria celeste: li avverto che il buon Gesù si incaricherà di fare giustizia nei confronti di tutti quei figli e quelle figlie che guardando a queste loro amate Costituzioni senza amore e rispetto, tralascino di compiere ciò che esse ordinano o ardiscano cambiare o correggere qualcosa di ciò che appartiene allo spirito e al fine di queste sante Costituzioni.

Desidero che tutti i miei figli e le mie figlie siano molto poveri di beni materiali, ma molto ricchi di virtù, soprattutto delle virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, virtù che rappresentano la Passione e morte del nostro divin Maestro e sono quelle che devono risplendere nel Figlio e nell’Ancella dell’Amore Misericordioso insieme con la fede, la speranza e la carità.

Raccomandazioni che faccio ai miei amati figli e alle mie amate figlie:
-    siate umili,
-    amatevi mutuamente,
-    allontanate da voi i giudizi temerari,
-    non ambite mai ad incarichi o posti elevati,
-    abbandonatevi nelle mani dell’obbedienza come bambini piccoli;
-    non discutete, né altercate; non preoccupatevi di cose di cui non siete stati incaricati;
-    siate molto caritatevoli e amanti dell’orazione;
-    lavorate per conseguire il distacco e il disprezzo di voi stessi, che otterrete attraverso la conoscenza del nostro Dio, del suo amore e la conoscenza del nostro nulla e delle nostre miserie;
-    sforzatevi di fare sempre e in tutto la volontà del nostro Dio e cercate solo la sua gloria e mai la vostra.
-    Guardatevi, figli miei, da ogni avarizia; cercate di non essere attaccati alle cose terrene, poiché il Figlio e l’Ancella dell’Amore Misericordioso devono dedicarsi alla carità, alle cose divine e spirituali e lo conseguiranno facilmente se i loro cuori saranno fissi nel buon Gesù.
-    State molto attenti a non occuparvi di interessi estranei alla vostra vocazione e al vostro stato; non immischiatevi mai in affari mondani che contrastino con la vostra vocazione, neppure a titolo di carità o di prudenza.

Supplica che rivolgo al buon Gesù nel momento della morte del mio corpo e la vita della mia anima, in nome della misericordia e dell’amore del mio Dio:
-    chiedo al buon Gesù che siano Lui e la Gloria di Dio il movente delle azioni di tutti i figli e le figlie; che Egli sia sempre il loro avvocato e li difenda dai nemici delle rispettive Congregazioni ripetendo in favore di questi: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”.
-    Fa, Gesù mio, che nell’ora della morte tutti i figli e le figlie, pieni di amore e di fiducia, possano dire ciò che io ti dico in questo momento, confidando nella tua carità, amore e misericordia: “Padre mio, nelle tue mani affido il mio spirito”.

Collevalenza, 22 marzo 1955.

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ultimo aggionamento 18 novembre, 2001