la parola di Papa Francesco Papa Francesco
Dalla catechesi settimanale di Papa Francesco del 15.11.2017
di Antonio ColasantoLa preghiera come dialogo, relazione personale con Dio
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				 Il Papa: È anzitutto  | 
			
La Messa è preghiera
Continuiamo con le catechesi sulla Santa Messa. Infatti è l’incontro d’amore con Dio mediante la sua Parola e il Corpo e Sangue di Gesù. È un incontro con il Signore. Così Papa Francesco questa mattina ha dato inizio al nuovo ciclo di catechesi.
Che cosa è veramente la preghiera, si è domandato il Papa. Essa - ha soggiunto - è anzitutto dialogo, relazione personale con Dio. La strada della vita è verso l’incontro definitivo con il Signore.
Il Libro della Genesi afferma che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, il quale è Padre e Figlio e Spirito Santo, una relazione perfetta di amore che è unità. Quando Mosè, di fronte al roveto ardente, riceve la chiamata di Dio, gli chiede qual è il suo nome. E cosa risponde Dio? : «Io sono colui che sono» (Es 3,14). Questa espressione, nel suo senso originario, esprime presenza e favore, e infatti subito dopo Dio aggiunge: «Il Signore, il Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe» (v. 15). Questa dunque è la grazia più grande: poter sperimentare che la Messa, l’Eucaristia è il momento privilegiato per stare con Gesù, e, attraverso di Lui, con Dio e con i fratelli.
Pregare, come ogni vero dialogo, è anche saper rimanere 
	in silenzio - nei dialoghi ci sono momenti di silenzio -, in silenzio 
	insieme a Gesù. È il momento di raccogliersi nel cuore per prepararsi 
	all’incontro con Gesù. Rimanere in silenzio insieme a Gesù. E dal misterioso 
	silenzio di Dio scaturisce la sua Parola che risuona nel nostro cuore. I 
	Vangeli ci mostrano Gesù che si ritira in luoghi appartati a pregare; i 
	discepoli, vedendo questa sua intima relazione con il Padre, sentono il 
	desiderio di potervi partecipare, e gli chiedono: «Signore, insegnaci a 
	pregare» (Lc 11,1).
	Gesù risponde che la prima cosa necessaria per pregare è saper dire "Padre". 
	Dobbiamo imparare a dire "Padre", cioè mettersi alla sua presenza con 
	confidenza filiale. Per entrare nel Regno dei cieli è necessario farsi 
	piccoli come bambini.
	La seconda predisposizione, anch’essa propria dei bambini, è lasciarsi 
	sorprendere. Per entrare nel Regno dei cieli bisogna lasciarsi 
	meravigliare. 
Nella nostra relazione con il Signore, nella preghiera – ha domandato Il Papa - ci lasciamo meravigliare o pensiamo che la preghiera è parlare a Dio come fanno i pappagalli? No, è fidarsi e aprire il cuore per lasciarsi meravigliare. Andiamo ad un incontro vivo con il Signore.
Nel Vangelo si parla di un certo Nicodemo (Gv 3,1-21), un uomo anziano, un’autorità in Israele, che va da Gesù per conoscerlo; e il Signore gli parla della necessità di "rinascere dall’alto" (cfr v. 3). Noi abbiamo questo desiderio? Ognuno di noi ha voglia di rinascere sempre per incontrare il Signore? Avete questo desiderio voi, ha chiesto il Papa. Infatti si può perderlo facilmente perché, a causa di tante attività, di tanti progetti da mettere in atto, alla fine ci rimane poco tempo e perdiamo di vista quello che è fondamentale: la nostra vita del cuore, la nostra vita spirituale, la nostra vita che è incontro con il Signore nella preghiera.
Posso dire che quando faccio la comunione nella Messa, il Signore incontra la mia fragilità? Sì! Possiamo dirlo perché questo è vero! Il Signore – ha concluso Papa Francesco - incontra la nostra fragilità per riportarci alla nostra prima chiamata: quella di essere a immagine e somiglianza di Dio. Questo è l’ambiente dell’Eucaristia, questo è la preghiera.
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ultimo aggiornamento 
14 dicembre, 2017