ROBERTO LANZA
“[…] vicino a questo laboratorio ci sarà la più grande e magnifica organizzazione di un Santuario dedicato al mio Amore Misericordioso, Casa per ammalati e pellegrini, Casa del Clero, il Noviziato delle mie Ancelle, il Seminario dei miei Figli dell’Amore Misericordioso...” (Diario di Madre Speranza 14 Maggio 1949)
(Seguito)
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adre Speranza così raccontava in merito al Santuario di Collevalenza: "In questo paesino, dove non c’era null’altro che un bosco in cui cantavano gli uccelli attraendone altri con il canto, il Signore ha voluto che venissi per essere "flauto" che suona ed attrae le anime al nuovo roccolo…ringrazio il Signore e godo nel vedere la gente che viene, il bene che si fa, le grazie che si ricevono e soprattutto le numerose conversioni."1 Tuttavia la missione del Santuario dell’Amore Misericordioso appare forse in maniera chiara e decisa dalle parole che Giovanni Paolo II° recitò come pellegrino a Collevalenza: "Centro eletto di pietà e di spiritualità che a tutti ricorda e proclama la grande e consolante realtà della misericordia paterna del Signore… in esso sia sempre proclamato il lieto annunzio dell’Amore Misericordioso mediante la Parola, la Riconciliazione e l’Eucaristia"2. Pertanto, per annunciare al mondo il messaggio di Dio Amore Misericordioso esiste un punto di riferimento centrale che è appunto il Santuario di Collevalenza; il pellegrino che giunge qui si sente accolto e cercato da Dio, avverte che Egli era sulla sua strada ad aspettarlo pazientemente, scopre che lo cercava con amore instancabile quasi che senza di lui non potesse essere felice. L’elemento che caratterizza tutta l’attività e le opere del Santuario è sicuramente il "clima di famiglia", era ciò che la Madre Speranza chiedeva con insistenza alle sue Figlie e ai suoi Figli nello svolgimento del servizio al Santuario, diceva: "Il Santuario dell’Amore Misericordioso non è stato fatto per guadagnare, ma per esercitare la carità, perché chiunque viene trovi conforto"3.L’esperienza che attende l’uomo presso il Santuario dell’Amore Misericordioso è sicuramente quella di un incontro, di un abbraccio, di un guardarsi negli occhi liberamente con quel Padre che "attende i propri figli, che non tiene in conto, perdona e dimentica," significa trovare comprensione, compassione, e con il profumo soave della misericordia curare le grandi ferite che l’uomo di oggi si porta dentro il proprio intimo. Qui si può fare esperienza dell’amore di Dio, che ha messo la Sua tenda in mezzo a noi, in questo "roccolo di misericordia" si ricorda il dono di un Dio, che ci ha talmente amati da mettere la sua tenda in mezzo a noi, per portarci la salvezza, per farsi compagno della nostra vita, solidale con il nostro dolore e con la nostra gioia. Il pellegrino che giunge al Santuario della misericordia è particolarmente disposto a chiedere la grazia del perdono e va aiutato ad aprirsi al Padre, "ricco di misericordia", nella verità e nella libertà, con piena consapevolezza e responsabilità, in modo che dall’incontro di grazia scaturisca una vita veramente nuova. Il perdono, concesso gratuitamente da Dio, implica come conseguenza un reale cambiamento di vita, una progressiva eliminazione del male interiore, un rinnovamento della propria esistenza.
Chi è entrato nel mistero dell’Amore Misericordioso sa che Dio è già all’opera in questa nostra storia, in questo santuario di misericordia si celebra la "gioia del perdono" che spinge a far "festa e rallegrarsi", perché "c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte"4. Madre Speranza questo l’aveva previsto: "Qui verranno le anime che vivono lontano dal loro Dio…che camminano senza sapere dove vanno, con gli occhi chiusi….e se avranno la fortuna di incontrare Figli e Ancelle pieni di amore, carità e sacrificio, cadranno nelle reti di questo roccolo di misericordia"5.
Troviamo racchiuso nel Santuario anche l’inseparabile azione di grazia che è rappresentata dalle "piscine". La speciale funzione dell’acqua presente nelle piscine è strettamente collegata con il messaggio spirituale proclamato presso il Santuario, Dio vuole risanare anche da malattie incurabili per farci capire che la Sua Misericordia può guarirci da ogni forma di infermità spirituale. Egli, infatti, ci risana dal "peccato veniale abituale" che è come una paralisi che ci blocca e non ci fa camminare sulla via del bene; e ci cura, inoltre da ogni genere di "peccato mortale" che è come un cancro che ci corrode dal di dentro e ci distrugge.
Questa, sembra essere la missione assegnata dall’Amore Misericordioso all’acqua e alle piscine del Santuario: illuminare "il pozzo delle sofferenze umane" con la luce radiosa della grazia o, addirittura, con la luce sfolgorante di una piena guarigione, in modo tale che chiunque possa sentirsi, in ogni caso, oggetto delle predilezioni dell’Amore Misericordioso del Signore. Così dice, infatti, la "pergamena" che il giorno 14 luglio 1960 fu gettata con apposito contenitore in fondo al Pozzo, si tratta di parole ricevute dalla Madre Speranza durante un’estasi del 3 aprile precedente, aventi fin dall’intestazione un valore particolarmente ufficiale. Dice il testo: "Decreto. A quest’acqua e alle piscine va dato il nome del mio Santuario. Desidero che tu dica, fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di tutti coloro che ricorrono a te, che usino quest’acqua con molta fede e fiducia e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; e che prima passino tutti a curare le loro povere anime dalle piaghe che le affliggono per questo mio Santuario dove li aspetta non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre che li ama, perdona, non tiene in conto, e dimentica".
Come terminare, dunque, questo scritto? Quale la verità che emerge da queste riflessioni?
Credo che la nostra vita conseguirà la vera pienezza se riusciremo a mantenere il nostro legame con quei luoghi sacri che Dio ha voluto farci trovare sul nostro cammino. In essi Dio raccoglie i suoi figli e celebra, rafforza, valorizza questo rapporto, questa Santa Alleanza. Ogni volta che Israele ha guardato al Tempio con gli occhi della fede, ogni volta che con questi stessi occhi i cristiani guardano a Cristo nuovo tempio e ai santuari quale segno della presenza del Dio vivente, in questo segno hanno riconosciuto l’iniziativa dell’amore di Dio per gli uomini. Il salmo 122, uno dei salmi cantati dai pellegrini in cammino verso Gerusalemme dice: "Quale gioia quando mi dissero andremo alla casa del Signore…" ed è questo l’augurio che ci facciamo, magari di trovare la gioia di percorrere una via sicura, dove il conoscere e vivere Dio significherà trovare la verità, magari di scoprire sempre più che siamo tempio di Dio, magari di emozionarci se entriamo nella tenda dell’amore, magari di riuscire, a contemplare, per sempre, il cuore di Dio.
Tutto è tempio, tutto è altare… tutto è Amore Misericordioso!
1 Madre Speranza di Gesù, El Pan de nuestra casa
2 Giovanni Paolo II visita pastorale del 22 Novembre 1981
3 Madre Speranza di Gesù, Libro delle Usanze dei Figli dell’Amore Misericordioso
4 Lc. 15,10
5 Madre Speranza di Gesù, El Pan de nuestra casa
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ultimo aggiornamento
14 dicembre, 2020