studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

Vangelo e santità laicale

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Contardo Ferrini
il rigore della ricerca e il coraggio della fede

Una figura di modello di santità, tra i più stimati cultori di diritto romano del suo tempo, è certamente il beato Contardo Ferrini (4 aprile 1959 – 17 ottobre 1902), tanto che mons. Achille Ratti, futuro Papa Pio XI che gli fu amico, anche per la comune passione per la montagna, disse di lui: "Mi parve quasi miracolo la sua fede e la sua vita cristiana, al suo posto e nei tempi nostri". Anche Papa Pio XII, per la beatificazione avvenuta, il 13 aprile 1947, lo ha definito: "Il modello dell’uomo cattolico dei nostri giorni".

Contardo Ferrini nasce a Milano, una città agitata da venti di guerra e sconvolta da furori patriottici. Amante dello studio, a scuola brucia le tappe: a 17 anni consegue la licenza liceale e a 21 anni nel 1880 si laurea in giurisprudenza, diventando subito uno dei giuristi più affermati e uno dei romanisti del suo tempo.

Sia i suoi professori come i suoi compagni di studi si trovarono presto urtati dalla sua professione di fede aperta e sicura.

Forte nella fede ma anche colto, preparatissimo, gioioso nel suo stile di vita, Contardo allo studio non fece mancare l’amore verso la natura, scalando le vette delle Alpi.

Scoprì subito la sua vocazione scientifica che fu lo studio del diritto antico, particolarmente quello romano.

Andò a perfezionarsi all’università di Berlino, stringendo anche lì amicizie con giovani cattolici tedeschi.

Nel 1883 conseguì la libera docenza in diritto romano insegnando presso l’università di Pavia. Il suo pensiero che maggiormente manifestava fu quello di far vedere con la scienza e con la vita come il diritto centrato sulla dignità della persona alla luce di Dio, contribuisce all’organizzazione di una società che riflette l’immagine stessa di Dio.

La sua persona con il volto incorniciato dalla barba e dai capelli biondi, affascinava per le sue doti intellettive e spirituali.

Nel 1887 insegnò diritto romano a Messina, nel 1890 a Modena e nel 1894 di nuovo a Pavia, dove vi rimase fino alla morte, risiedendo però con i genitori a Milano.

Tra i suoi scritti, più di duecento, grande attenzione fu data particolarmente al trattato sul diritto generale romano. Dotato di grandi doti intellettuali sapeva manifestare questo suo sapere con grande umiltà.

In un’epoca contrassegnate dalla massoneria, dalla corruzione dei costumi, dall’anticlericalismo, Contardo ha saputo sempre testimoniare la propria fede, senza mai lasciarsi contaminare.

Il suo era un apostolato silenzioso, lasciando intravedere Dio con il suo comportamento e il suo stile di vita.

A chi gli domandava perché non si sposava, lui rispondeva di avere sposato la scienza, anticipando così la via ai consacrati degli Istituti secolari del XX secolo.

Sapeva pure mantenere buone amicizie lasciando trasparire nelle lettere e nel suo diario pagine ascetiche e mistiche. Ancora giovanissimo scriveva: "Io non saprei concepire una vita senza preghiera, uno svegliarsi al mattino senza incontrare il sorriso di Dio; un reclinare il capo la sera, senza il pensiero a Dio… Io supplico il Signore che la preghiera non abbia mai a morire sulle mie labbra". Così pure dalla terra tedesca scriveva: "Divino potere della fede. Ignorando i confini di nazione e di lingua, ci consideriamo fratelli. Tanto è ammirabile l’università di Cristo; tanto è vero che in Lui non c’è greco, né barbaro, né scita, ma siamo tutti affratellati in Lui".

E riguardo all’Eucarestia, suo nutrimento spirituale, ha anche scritto: "E’ l’assimilazione dell’uomo a Dio. Chi sa dire a quale punto di santità giunga l’anima che spesso, con devozione ed affetto e con somma riverenza, si ciba di questo Pane purissimo, che è Gesù Cristo, e incorpora e immedesima in sé il prezzo del Redentore? Ecco quindi qui il segreto della santità: grazie a Gesù, Pane di vita, noi vivremo e non moriremo mai".

Contardo Ferrini si è pure interessato dei problemi sociali, fu confratello della Conferenza di San Vincenzo, appartenne al Terz’Ordine Francescano e per quattro anni, a cominciare dal 1895, fu consigliere comunale a Milano.

Fu sostenitore nel progetto di un’università cattolica in Italia, tanto che l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sorta dopo la sua morte, lo ha considerato precursore e ispiratore.

La vita di Contardo finisce quando contrae il tifo bevendo a una fontana inquinata, durate un periodo di vacanza a Suna, sul Lago Maggiore. Era il 17 ottobre 1902 e aveva 43 anni.

Fu tumulato inizialmente a Suna, da lì il suo corpo venne traslato nella cripta della cappella dell’Università Cattolica a Milano. A Suna, dopo la beatificazione, fu riportato il cuore.

La sua fama di santità si diffuse subito, riuscendo a intravedere bene come in lui si coniugavano bene la fede con la ricerca scientifica, la preghiera e l’impegno socio-politico, le convinzioni cattoliche con il rispetto delle idee altrui.

Pio XI nel 1931 ne ha riconosciute le virtù eroiche, e Pio XII il 27 aprile 1947 lo ha proclamato Beato, elevandolo all’onore degli altari.

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ultimo aggiornamento 31 marzo, 2021