Il tuo Spirito Madre

a cura di P. Mario Gialletti fam

La vocazione

Gesù chiama i suoi apostoli con sapienza, bontà ed efficacia.

Con sapienza: essendo egli povero e umile non li volle ricchi, nobili e letterati, ma simili a Sé, in armonia con il loro Maestro. Perché, volendoli colmare dei suoi grandi doni, non potessero attribuirli a se stessi e rimanessero umili in spirito. Infine perché la grande opera della conversione del mondo non fosse mai attribuita alle forze umane.

Con bontà: perché fosse evidente che la vocazione ha origine solo dalla bontà di Dio e dai meriti di Gesù e non dal comportamento buono o cattivo del chiamato.

Gesù chiamò alcuni discepoli di Giovanni Battista come Andrea che aspirava alla perfezione sua e di suo fratello, per confermare la dottrina del precursore. Chiamò alcuni virtuosi e ben disposti come Giacomo e Giovanni, impegnati in un lavoro umile e molto legati fra loro e chiamò anche altri non ben disposti, grandi peccatori e attaccati alle cose della terra, come Matteo e Saulo.

Con efficacia e grande autorità: perché, solo all’udire la sua voce e il suo invito a seguirlo subito si mossero Andrea, Pietro e i due figli di Zebedeo e anche Matteo fu strappato al suo infame ufficio con un semplice tocco di grazia.

 

Per fondare la famiglia dell’Amore Misericordioso Gesù ha scelto una creatura rozza, miserabile e senza fortuna e le ha dato per compagne alcune religiose povere, senza capitali né grandi capacità perché Egli desidera che questa sua Famiglia dia molta gloria alla Chiesa con la carità, l’amore e la santità e vuole evitare il rischio che attribuiamo a noi stessi anche il più piccolo merito, mentre dobbiamo tutto a Lui.

 

I discepoli obbedienti corrispondono alla chiamata e ottengono la loro ricompensa. Essi praticano l’obbedienza nei suoi tre gradi: con l’intelligenza, che riconosce il bene della chiamata; con la volontà di seguirla; con il comportamento perché la mettono in pratica. E noi come corrispondiamo alla vocazione religiosa?

 

In premio per aver corrisposto alla vocazione i discepoli ricevettero da Gesù l’apostolato, la sua amicizia, il continuo rapporto con Lui, la partecipazione dei suoi segreti, le primizie dello Spirito, cioè grazie grandissime e la promessa di essere posti, nel giorno del giudizio, come giudici sulle dodici tribù d’Israele.

 

La vocazione considerata in se stessa è di due specie, cioè si realizza in due diversi campi e sotto due bandiere opposte:

Lucifero, seduto sul suo trono di fuoco, invia i suoi spiriti maligni a chiamare gli uomini perché si arruolino sotto la sua bandiera promettendo loro molti piaceri: la concupiscenza della carne, l’avarizia degli occhi e la superbia della vita. In realtà, la fine di coloro che lo seguono è un giogo di ferro e di dolore.

Gesù seduto in luogo povero, mite nell’aspetto, invia i suoi umili discepoli, a lui simili, e chiama tutti gli uomini. Negando a tutti quello che promette Satana, dice: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».

 

Fonda il suo invito su tre motivi:

1) Perdere l’anima per il mondo significa trovarla per il cielo; «Chi vuole salvare la propria vita, la perderà e chi la perderà per me, la salverà».

2) Per salvare l’anima vale la pena di perdere il mondo intero; «che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?».

3) La ricompensa finale sarà grande; «perché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Come vedete sotto le due bandiere tutto è opposto: i due capitani che chiamano, i soldati che si arruolano, gli emissari che li reclutano, i campi su cui dominano le bandiere, le basi su cui poggiano, le cose che vengono promesse e la vera ricompensa finale degli uni e degli altri.

 

Vediamo i quattro tipi di chiamati alla santità e a quale di essi noi apparteniamo

1) I primi sono coloro che, chiamati alla santità, vogliono raggiungerla senza usare i mezzi adatti e restano fuori dalla chiamata di Gesù alla perfezione.

2) Altri ancora vogliono santificarsi con i mezzi e il modo voluto dal Signore e con San Paolo chiedono «Signore, che vuoi che io faccia?». Questa loro disposizione rallegra e conquista il cuore del Signore nostro Dio.

3) Altri vogliono la propria santificazione e usano i mezzi necessari, però nel modo che piace a loro e non come vuole il Signore. Sono simili a quei malati che vogliono curarsi con le medicine che piacciono a loro e non con quelle che prescrive il medico.

4) Infine, i più perfetti cercano di essere poveri e disprezzati, indifferenti a prendere o lasciare questo o quello, secondo che sia loro comandato e così, con verità e umiltà, possono ripetere: «Non mi glorierò che della croce di Cristo, mio Dio e Signore».

A quali apparteniamo? Come abbiamo corrisposto alla nostra vocazione? Abbiamo compiuto fedelmente i nostri doveri? Viviamo abbracciati alla croce con il nostro Dio e Signore? La sua volontà è anche la nostra? Abbiamo sempre cercato la sua gloria, anche a costo della nostra vita, onore e benessere? Risplende in noi il suo Spirito? Possiamo dire con verità «siamo schiavi dell’Amore Misericordioso»? Hanno ricevuto amore e misericordia quanti ci vivono accanto? Siamo stati veramente servi del nostro dovere e dei poveri? Abbiamo sempre cercato Dio in tutte le nostre opere ed azioni? Abbiamo ricordato sempre che possiamo trovare Gesù solo nella povertà, nell’umiltà e nel disprezzo delle vanità e degli onori del mondo?

 

E come ci siamo comportati nella prova? Come abbiamo cercato Gesù quando ci sembrava che ci avesse abbandonato? Ci siamo ricordati che bisogna cercarlo come lo hanno cercato la santissima Vergine e san Giuseppe, pregando, chiedendo, parlando con Dio e accogliendo la sua risposta?

 

Se abbiamo fatto tutto secondo la volontà di Dio, sono sicura che Egli ci darà la ricompensa che io desidero: di essere consolati dolcemente dal nostro Dio.

(Madre Speranza nel 1943; El Pan 7,62-82)

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ultimo aggiornamento 16 maggio, 2022