Omelia di Sabato 8 febbraio 2025 |
O
ggi celebriamo, cari fratelli e sorelle, la festa liturgica della Beata Madre Speranza di Gesù e il 42° anniversario della sua nascita al cielo. Mosso da un profondo filiale sentimento di gratitudine verso nostra Madre, vorrei ripercorrere con voi alcuni momenti significativi della sua vita, rileggendoli alla luce della Parola di Dio proclamata e dell’Anno Giubilare che stiamo vivendo come "Pellegrini di Speranza".Sottolineo innanzitutto la sua tenerezza materna verso tutti. Madre Speranza lo fa con semplicità, senza far rumore, nel silenzio come la patata, come il chicco di grano: "…in verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". Parole queste che le ha sentite dire dal Buon Gesù in maniera ancor più dettagliata. Nel Diario del 1949 scritto da Lei, c’è una pagina molto significativa a questo riguardo, nella quale, dopo l’annuncio di un rapido rifiorire di opere… la Madre annota il perché di questa fecondità apostolica: lei dovrà seguire la sorte del chicco di grano, "per arrivare ad essere ciò che Dio desidera". Data l’ampiezza del testo, citeremo i momenti più rilevanti: "…tu devi tenere presente, dice Gesù alla Madre, che io sempre mi sono servito delle cose più povere ed inutili per fare quelle più grandi".
Possiamo qui ritrovare quanto S. Paolo ci ricorda nella Seconda Lettura: "quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio l’ha scelto per confondere i forti…".
Madre Speranza, fa poi una descrizione minuziosa di tutto il processo di macerazione del chicco di grano, di cui la tomba è immagine suggestiva ed eloquente e sottolinea: "…allora il pane potrà servire di principale alimento per l’uomo. Così tu, le dice Gesù, dovrai passare attraverso questa elaborazione, affinché io possa servirmi di te come alimento per molte anime".
M. Speranza comprende quindi che l’efficacia apostolica non nasce dalle sue qualità, ma dalla "pedagogia misericordiosa del Padre".
Ed è proprio in questa ottica che prende valore la figura e la missione di Madre Speranza; infatti anche il suo nome racchiude, tutto un progetto di vita. La Speranza non è un semplice ottimismo o desiderio umano, ma è fondata sulla fede nelle promesse di Dio, è una speranza certa e sicura, radicata nella fede nel suo Buon Gesù.
Ed è questo "messaggio di Speranza" che Papa Francesco, ha voluto proprio mettere in evidenza nella Bolla di Indizione del Giubileo: "Spes non Confundit", "La speranza non delude"; la Speranza a cui anela l’essere umano, non è quella dell’ottimismo, è invece "un’ancora dell’anima, solida e salda".
In mezzo alle tempeste della vita, l’immagine dell’ancora è molto suggestiva e "contagiosa", dice il Papa Francesco se ci affidiamo a Gesù. La vita di Madre Speranza è stata una testimonianza vivente. La sua missione è stata chiara: riportare Dio nel cuore degli uomini attraverso l’annuncio dell’Amore Misericordioso: "Sforziamoci di far capire ai fratelli che Gesù è per tutti un Padre buono, che ci ama di amore infinito, senza distinzioni. L’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più abbandonato è amato con immensa tenerezza da Gesù, che è per lui un Padre e una tenera Madre" (El Pan 2).
Questo Giubileo, cari amici, è un richiamo per tutti noi a ritornare a Dio, a permettergli di guarire le nostre ferite e a vivere nella speranza e nella fiducia della sua infinita misericordia.
Cari fratelli e sorelle in questo vostro pellegrinare al Santuario, ogni vostro passo è un atto di fede e di amore, che vi avvicina sempre più al cuore misericordioso di Dio e ai più poveri: "Voglio che il povero trovi in te il conforto, diceva Gesù alla Madre, il bisognoso l’aiuto e che tu attragga al povero peccatore che attendo per colmarlo delle mie carezze paterne" (El Pan 2).
Questi passi, questi segni della speranza, sebbene facilmente trascurati o oscurati dal nostro mondo, sono testimonianze viventi della presenza e dell’operato di Dio nella nostra vita e nella nostra società. Il Papa ne enumera vari: la pace nel mondo, i detenuti… noi citiamo due: fare proprio lo stato d’animo dell’altro, cioè "Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, agli anziani che si trovano a casa o in ospedale…" (n 11).
E concludiamo con un sogno molto caro a noi tutti: "I Segni di speranza nei giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. Ma è triste vedere giovani privi di speranza" (n 12).
Madre Speranza suggeriva ai suoi Figli e Figlie: "Datevi alla gioventù… qui, al Santuario vengono tanti giovani cercando qualche cosa che non hanno trovato neanche all’università... Io vorrei che qui potessero trovare accoglienza, amore, sacrificio" (El Pan 21).
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ultimo aggiornamento
15 marzo, 2025