La mattina del 21 aprile 2025 Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre. Il decesso è avvenuto nel suo appartamento presso la Domus Santa Marta. Il cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha annunciato con dolore la morte del Pontefice con queste parole: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla Casa del Padre.

La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».

A seguito della comunicazione dell’avvenuto decesso del Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 21-40), nella serata dello stesso lunedì il cardinale Farrell ha presieduto il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara. Hanno preso parte al rito il decano del Collegio Cardinalizio, i familiari del Pontefice, il Direttore e il Vice Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano. 

Mercoledì 23 Aprile è avvenuto il rito di traslazione della salma del Papa da Santa Marta alla Basilica vaticana. Una cerimonia semplice e solenne allo stesso tempo presieduta sempre dal camerlengo Farrell che ha affermato: «Con grande commozione accompagniamo le spoglie mortali del nostro Francesco».

Al corteo erano presenti circa ottanta cardinali e patriarchi, poi vescovi, sacerdoti, suore, laici. Oltre ventimila fedeli in Piazza hanno salutato il passaggio del feretro.

La salma di Papa Francesco, rivestita dei paramenti rossi, con in testa la mitra e tra le dita la corona del Rosario, è stata portata in processione scortata Penitenzieri Minori in stola rossa e gli alabardieri della Guardia Svizzera.

Il corteo si è snodato in un’unica lunga fila muovendosi all’ombra del cupolone fino all’Altare della Confessione. Il feretro è stato deposto su una piccola pedana rossa leggermente inclinata e la preghiera è poi continuata con il canto delle Litanie dei Santi e la proclamazione del Vangelo.

Dalle ore 11.00 è iniziato poi l’omaggio delle migliaia di fedeli fino alle 19.00 del 25 aprile.

Sabato 26 sul sagrato della Basilica di San Pietro sono state celebrate le solenni esequie presiedute dal Decano del collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, con oltre novecento concelebranti fra cardinali, vescovi e sacerdoti. Davanti l’altare, l’icona della Salus Populi Romani tanto cara al compianto Pontefice.

Papa Francesco è stato salutato come pastore e discepolo di Cristo e con questo rito funebre si è voluto esprimere la fede della Chiesa in Cristo Risorto. Dopo la Comunione si è svolta l’Ultima commendatio, l’ultima raccomandazione a Dio perché accolga l’anima del defunto nella gloriosa comunione dei santi, e la Valedictio, il commiato, ossia l’ultimo saluto prima della sepoltura, con la Supplica della Chiesa di Roma cui è seguita l’orazione pronunciata dal cardinale Baldo Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, e, in greco, la Supplica delle Chiese Orientali, e la successiva orazione del patriarca di Antiochia dei greco-melchiti Youssef Absi. Al termine, il cardinale Re ha asperso con l’acqua benedetta e incensato il feretro, che infine è stato riportato nella Basilica di San Pietro da dove poi è partito il corteo funebre che ha attraversato le vie principali del centro di Roma ed è stato salutato da due ali di folla, fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore per la sepoltura.

La tumulazione è avvenuta in un loculo ricavato nella navata laterale della basilica liberiana, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza.

Alla celebrazione delle esequie di Papa Francesco hanno preso parte oltre 160 delegazioni da tutti i Paesi del mondo, c’erano poi i rappresentanti ecumenici tra cui il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, il Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria, il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, il Patriarcato di Mosca, il Patriarcato Serbo, il Patriarcato di Romania, il Patriarcato di Bulgaria, il Patriarcato di Georgia, la Chiesa ortodossa di Cipro, la Chiesa ortodossa di Grecia, la Chiesa ortodossa di Albania, la Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e Slovacchia, l’Arcidiocesi di Ohrida, la Chiesa ortodossa in America, il Patriarcato copto di Alessandria, il Patriarcato siro ortodosso di Antiochia, la Chiesa apostolica armena-sede di Etchmiadzin, la Chiesa apostolica armena-catolicossato di Cilicia, la Chiesa ortodossa tewahedo etiopica, la Chiesa ortodossa tewahedo eritrea, la Chiesa ortodossa sira malankarese, la Chiesa assira dell’Oriente, la Comunione anglicana, la Conferenza episcopale vetero-cattolica internazionale, la Federazione luterana mondiale, la Comunione mondiale delle Chiese riformate, il Consiglio metodista mondiale, la Chiesa valdese, l’Alleanza battista mondiale, l’Alleanza evangelica mondiale, il Consiglio ecumenico delle Chiese, l’Esercito della Salvezza e il Global Christian Forum.

Invece tra i rappresentanti delle altre religioni c’erano esponenti dell’ebraismo, dell’islam, del buddismo, dell’indu, del sikhismo, dello zoroastrismo, del giainismo.

Come indicato nel suo testamento, Jorge Mario Bergoglio ha scelto come ultima dimora terrena la Basilica edificata secondo la tradizione nel IV secolo, durante il pontificato di Liberio. A quest’ultimo, in sogno, la Madre di Dio aveva chiesto di costruire una chiesa in un luogo segnato da un evento prodigioso. E la mattina del 5 agosto 358, in piena estate, una nevicata imbiancò il colle Esquilino, segnando il perimetro del luogo di culto.

In dodici anni di Pontificato Francesco ha compiuto centoventisei visite alla Salus Populi Romani a partire dal 14 marzo 2013, il giorno dopo l’elezione come 265° Successore di Pietro; l’ultima il 12 aprile scorso, alla vigilia della Settimana Santa.

Ai piedi della Vergine, dunque, il Papa ha scelto di essere sepolto, in quel tempio liberiano che è la più piccola delle quattro Basiliche Papali, l’unica mai andata distrutta, l’unica dedicata alla Vergine e la più antica ad essa intitolata nell’Occidente cristiano. È anche la più vicina alla Stazione Termini, crocevia di persone incessantemente in cammino. Una metafora, in un certo qual modo, del Pontificato di Bergoglio, sempre "in uscita" incontro al prossimo e decentrato, vicino alle "periferie" geografiche ed esistenziali.

In quella Basilica sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, ha celebrato la prima messa nella notte di Natale del 1538; qui è custodita la reliquia della Sacra Culla che ha accolto Gesù Bambino alla nascita.

Lo stesso Pontefice nel dicembre di due anni fa, in un’intervista rilasciata alla vaticanista messicana Valentina Alazraki, aveva dichiarato: «Voglio essere sepolto a Santa Maria Maggiore. Il luogo è già pronto», aveva affermato, sottolineando la sua «grande devozione» alla Vergine, sin da prima di essere eletto al Soglio di Pietro.

La decisione del Pontefice quindi era maturata nel tempo: come riferito ai media dal cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica Liberiana, «tutto è iniziato da un incontro che abbiamo avuto con il Santo Padre a maggio del 2022, quando tra le tante questioni si è posta quella di un intervento alla struttura della cappella Paolina». La data di quell’incontro è una data mariana per eccellenza, il 13 maggio, memoria della Beata Vergine di Fatima. «In quella occasione — ha evidenziato il porporato — io gli ho detto, visto che veniva così spesso in Basilica, se non pensasse di stabilire qui anche la sua tomba». In un primo momento, il Pontefice «ha detto di no, ricordando che i Papi vengono tumulati in San Pietro. Una settimana dopo, però, mi ha richiamato e mi ha comunicato: "La Madonna mi ha detto: ‘Preparati la tomba’". E dopo ha aggiunto che era felice perché "la Madonna non si è dimenticata di me"». «Mi ha semplicemente detto: "Trova un posto per la mia tomba perché io voglio essere sepolto in questa Basilica"».

Dunque, ora le spoglie di Jorge Mario Bergoglio riposano accanto all’icona della Madre Celeste, custodite dal suo sguardo amorevole.

Papa Francesco lascia a tutti una testimonianza mirabile di umanità, di vita santa e di paternità universale.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 12 maggio, 2025