ROBERTO LANZA
“...Pasqua: la misericordia che non si arrende!”
"Se veramente da peccatori si ha paura di presentarsi al Signore, ci si presenti al Figlio dell’Amore Misericordioso. E che questo Figlio sappia dire a chi entra nel confessionale: "Non spaventarti, devi sapere che il Padre tuo ti aspetta e che per mezzo di questa assoluzione che io ti vado a dare, Lui ti perdona, non conta più e dimentica". (
Madre Speranza di Gesù)Il messaggio biblico del ciclo C dell’anno liturgico, che stiamo seguendo quest’anno nel tempo quaresimale che ci condurrà alla Pasqua, approfondisce in modo particolare il tema della penitenza e della conversione. In sintesi, l’anno C mette insieme la dimensione teologica e storica della conversione, presentando il cammino di penitenza come un processo che coinvolge sia la dimensione individuale e sacramentale del credente che la storicità della salvezza in Cristo.
Ma perché?
È un dato ormai evidente che viviamo in una società "confusa ed indebolita", e non solo per colpa delle conseguenze del Covid: tutti sperimentiamo, nel concreto di ogni giorno, che ci sono tante, troppe posizioni diverse, che si contrappongono e talvolta perfino si combattono. Il dominante "sentimento di liquidità" è causa di disorientamento, incertezza, stanchezza e talvolta persino di smarrimento e disperazione. Il relativismo ormai dilagante, prima ancora di una filosofia, è diventato una vera e propria ideologia diffusa, un preciso modo di pensare ed è facile notare quale serie di conseguenze si ricavino a cascata. L’uomo del nostro tempo è sempre più attratto da un’antica tentazione: quella di cercare di diventare come Dio attraverso una libertà illimitata. Oggi, molti credono di poter decidere autonomamente ciò che è bene e ciò che è male, ignorando la necessità di un riferimento assoluto a Dio. In questo contesto, la realtà stessa appare priva di fondamenti stabili e certi, diventando una mera espressione di opinioni soggettive. Tuttavia, questa visione comporta un alto prezzo: l’incapacità strutturale dell’uomo di dare risposte adeguate alle grandi domande esistenziali che lo tormentano. Le risposte vere, quelle che riguardano il significato profondo della vita, sembrano ormai sfuggire, e questa impotenza è ormai un dato certo e irreversibile.
Esiste, allora, una certezza, una via d’uscita? La risposta è certamente SI: è la via della misericordia!
È la storia di un Dio che non si arrende di fronte ai nostri fallimenti e ai tradimenti, e se possiamo essere contenti della nostra vita di credenti, non è perché siamo bravi ma soltanto perché possiamo presentarci davanti al Signore riconoscendo la nostra povertà e affidandoci a Lui: "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio"1. Quanto male davvero ci ha fatto nel passato una "dottrina" che ci ha abituati a pensare che Dio ci vuole bene solo quando e se siamo bravi: "Se sei buono, Gesù ti vuol bene" ci dicevano una volta le nostre mamme. E quante volte ci hanno detto che, quando noi pecchiamo, Dio si allontana da noi, come se succedesse una specie di eclissi di Dio.
Mi verrebbe da dire oggi, e se, invece, non sono buono Dio non mi vuole bene? Non può essere vero! L’Amore Misericordioso è venuto a dirci tutto il contrario!
L’Amore Misericordioso non ci ripeterà mai: "Tu mi hai deluso", Dio non perderà mai la sua fiducia in noi e nelle nostre forze di recupero, non si rassegnerà mai ai nostri difetti, non rinuncerà mai a cercare i propri figli, non dispererà mai di salvarli. Dio non ci lascia, non diminuisce il suo amore per noi, ci supplica di aprire gli occhi, di ritornare in noi stessi e tornare a casa. La Madre Speranza scriveva nelle Meditazioni del Sabato Santo: "Dio insegue mendicando il nostro amore, pur dopo averci visto camminare per tutta una vita mossi solo dal turbinio delle passioni più vergognose! Anche nel momento che lo stiamo offendendo, volge, si, il suo sguardo da un’altra parte, ma non si allontana da noi e non ci abbandona. Ci tende ancora la mano per aiutarci ad uscire da quella febbre che ci consuma, ci perdona e ci invita a seguirlo di nuovo con amore più forte"2.
Che bello sapere che Dio è così!
Gesù ci ha svelato il vero volto di Dio, che è amore, e l’aspetto più commovente di questo amore è la misericordia. Così evidenziava, la Dives in misericordia: "[…] Cristo rivela e incarna in sé la misericordia di Dio" […] In tal modo, in Cristo e mediante Cristo, diventa anche particolarmente visibile Dio nella sua misericordia"3. E il Papa Francesco, nella bolla di Indizione del Giubileo del 2015, scriveva: "Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre"4. L’amore ha spinto il Padre a mandare il Figlio suo nel mondo, un amore che va in cerca dell’uomo, un amore che aspetta sempre le sue creature, che va al di là di tutte le sue colpe, che perdona e che salva: "[…] non sono venuto a chiamare quelli che si credono giusti, ma i peccatori"5.
L’unico elemento certo è che dobbiamo riconoscere il nostro peccato, non possiamo presentarci al Signore con la disinvoltura del fariseo che, "stando in piedi" davanti a Dio, fa il bilancio della propria vita di credente glorificando sé stesso: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano". Per quanto possa sembrare paradossale, l’esperienza del male che c’è in noi, portata con fiducia tra le mani di Dio, ci fa scoprire ancora di più la gioia di essere perdonati. Potremmo davvero osare e dire che se non ci fosse stato il peccato, non avremmo conosciuto il Dio di Gesù Cristo, che ci ha rivelato la misericordia del Padre.
Non assomiglia il tutto a quell’ "uomo perverso" amato da Dio che la Madre Speranza scrive tra le parole del nostro carisma?
Scriveva ancora così: "Allontaniamo dalla nostra vita la tristezza. Questo non vuol dire che non debbano rattristarci i nostri peccati. Il peccato deve farci soffrire molto perché offende Gesù. Dobbiamo odiarlo e detestarlo, ma senza abbandonarci alla tristezza e allo scoraggiamento, dato che l’offeso è nostro Padre e il suo Cuore Misericordioso ci perdona e ci ama"6.
Questa è la Pasqua dell’Amore Misericordioso! Entrare nel nostro nulla per comprendere la grandezza di Dio.
Questo è un cammino che ogni uomo è chiamato a percorrere, un cammino che si snoda tra le profondità del nostro essere e la luce abbagliante della Sua presenza. La consapevolezza del nostro nulla non è un atto di disperazione, ma di umiltà, è il riconoscimento della nostra limitatezza, della nostra fragilità, della nostra incapacità di salvarci da soli. In questo nulla, infatti, si fa spazio la potenza della resurrezione di Dio, che ci permette di sperimentare la Sua infinita grandezza. Noi, esseri umani, abbiamo bisogno della potenza della resurrezione per poter entrare in contatto con la pienezza dell’amore di Dio, perché senza di essa, ci sentiremmo persi nel nostro vuoto esistenziale, sopraffatti dal peso delle nostre debolezze e paure. Ma proprio nel momento in cui riconosciamo il nostro nulla, apriamo la porta alla grandezza di Dio, la quale non si impone, ma si dona liberamente. La resurrezione, infatti, non è solo un atto di ritorno alla vita, ma un atto che trasforma la nostra esistenza, portando luce nelle tenebre e speranza nell’abisso. È un dono che non possiamo meritare, ma che ci viene dato gratuitamente, un atto di misericordia che trasforma l’uomo dall’interno.
La storia di ogni uomo, di ogni creatura, può essere compresa solo alla luce della misericordia di Dio!
È nel cammino della misericordia che incontriamo il Risorto, che non si limita a guardare il nostro dolore da lontano, ma si fa nostro compagno di viaggio; con Lui, possiamo affrontare l’abisso della nostra debolezza, perché Egli non è solo il nostro Salvatore, ma anche il nostro Fratello che cammina al nostro fianco. Il Risorto, con la Sua presenza, non ci lascia mai soli, è Lui che desidera condividere con noi la Sua vita, che ci invita a vivere la Sua resurrezione ogni giorno, anche nei momenti di buio e difficoltà.
Fratello mio, ma cosa chiedere ancora di più?
Il cuore di Dio ha un unico e grande desiderio: che ogni uomo non si perda e se qualcuno si perdesse la tenacia di Dio è quella di essere sempre e comunque in cerca dei suoi figli. La persona che Dio ama, sei tu, senza trucco, senza maschera, senza bluff, senza barare. Sei tu, quello vero, l’autentico, quello che Dio ama, con le tue miserie, le tue debolezze, la tua vulnerabilità, la tua semplicità. Fratello caro, dammi retta, vale la pena di provare lo sguardo di amore di questo Dio, di buttarsi oltre il recinto stretto dei nostri piccoli e limitati egoismi…credilo fermamente e camminerai felice, avrai trovato il senso della tua esistenza…avrai trovato l’Amore Misericordioso…Dio vuole il tuo cuore, questa è la sola ricchezza che vale!
Auguri di una Santa Pasqua di Resurrezione!
1 2 Corinzi 5,20
2 Roma 24 Aprile 1943
3 Dives in Misericordia cap. 2 lettera b
4 Bolla di indizione Giubileo n.1
5 Matteo 9,10-13
6 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)
![]() |
|
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento
12 maggio, 2025