I segni del Giubileo: la preghiera
Gli eventi del mese: Giubileo delle Famiglie
Giubileo dei Movimenti e Associazioni e delle Confraternite
Giubileo dei Seminaristi, Sacerdoti e Vescovi
I segni del Giubileo
La preghiera
Vi sono molti modi e molte ragioni per pregare; alla base vi è sempre il desiderio di aprirsi alla presenza di Dio e alla sua offerta di amore. La comunità cristiana si sente chiamata e sa che può rivolgersi al Padre solo perché ha ricevuto lo Spirito del Figlio. Ed è, infatti, Gesù ad aver affidato ai suoi discepoli la preghiera del Padre Nostro, commentato anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. CCC 2759-2865). La tradizione cristiana offre altri testi, come l’Ave Maria, che aiutano a trovare le parole per rivolgersi a Dio: «È attraverso una trasmissione vivente, la Tradizione, che, nella Chiesa, lo Spirito Santo insegna ai figli di Dio a pregare» (CCC 2661).
I momenti di orazione compiuti durante il viaggio mostrano che il pellegrino ha le vie di Dio "nel suo cuore" (Sal 83,6). Anche a questo tipo di ristoro servono le soste e le varie tappe, spesso fissate attorno ad edicole, santuari, o altri luoghi particolarmente ricchi dal punto di vista del significato spirituale, dove ci si accorge che – prima e accanto – altri pellegrini sono passati e che cammini di santità hanno percorso quelle stesse strade. Le vie che portano a Roma, infatti, spesso coincidono con il cammino di molti santi.
I Pontefici in più occasioni hanno indicato la preghiera come la strada per entrare in contatto con la verità più profonda di sé stessi, dove è presente la stessa luce di Dio, come insegnava Sant’Agostino.
Nella preghiera è fondamentale la perseveranza perché la costanza nell’orazione, trasforma non solo la persona, ma anche la comunità che la circonda, persino laddove il male sembra aver il sopravvento. La preghiera è dunque per ogni cristiano la bussola che orienta, la luce che illumina il cammino, la forza che sostiene nel pellegrinaggio che conduce a varcare la Porta Santa e lo strumento per arrivare con un cuore pronto ad accogliere i doni di grazia e di perdono che il Giubileo porta con sé. Da qui l’invito ad immergersi con la preghiera in un dialogo continuo con il Creatore, scoprendo la gioia del silenzio, la pace dell’abbandono e la forza dell’intercessione nella comunione dei santi.
In sintesi, la preghiera nel Giubileo è un percorso di crescita spirituale, un momento di incontro con Dio e un impegno a vivere secondo i valori del Vangelo, promuovendo la pace, la giustizia e la carità.
30 maggio – 1° giugno: Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani
Erano oltre settantamila, tra papà, mamme, bambini e nonni, i pellegrini del Giubileo delle Famiglie presenti in piazza San Pietro per la Santa Messa con il Santo Padre, Papa Leone XIV. Una festa di colori e bandiere, con famiglie arrivate a Roma dalle diocesi di tutto il mondo per vivere insieme, e accanto al Papa, l’esperienza giubilare.
«In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore - ha sottolineato il Pontefice durante la sua omelia ieri -. Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre». Poi ha aggiunto: «Carissimi, noi abbiamo ricevuto la vita prima di volerla. Appena nati abbiamo avuto bisogno degli altri per vivere, da soli non ce l’avremmo fatta: è qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito. Tutti noi viviamo, dunque, grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e di cura vicendevole».
Un’umanità, quella che tocca quotidianamente la vita delle famiglie, che però, ribadisce il Papa, «viene tradita ogni volta che s’invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere». Tuttavia, ha aggiunto, «anche davanti al male, che contrappone e uccide, Gesù continua a pregare il Padre per noi, e la sua preghiera agisce come un balsamo sulle nostre ferite, diventando per tutti annuncio di perdono e di riconciliazione. Tale preghiera del Signore dà senso pieno ai momenti luminosi del nostro volerci bene, come genitori, nonni, figli e figlie. Ed è questo che vogliamo annunciare al mondo: siamo qui per essere "uno" come il Signore ci vuole "uno", nelle nostre famiglie e là dove viviamo, lavoriamo e studiamo: diversi, eppure uno, tanti, eppure uno, sempre, in ogni circostanza e in ogni età della vita».
Agli sposi, Leone ha ricordato che «il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo» che mentre li trasforma in una carne sola, li «rende capaci, a immagine di Dio, di donare la vita». Poi li ha esortati ad essere per i figli «esempi di coerenza», comportandosi «come volete che loro si comportino, educandoli alla libertà mediante l’obbedienza, cercando sempre in essi il bene e i mezzi per accrescerlo». Ai figli, invece, il Papa ha chiesto di essere grati ai genitori, di «dire "grazie", per il dono della vita e per tutto ciò che con esso ci viene donato ogni giorno». Poi un pensiero anche per i nonni e gli anziani, a cui ha raccomandato «di vegliare» su coloro che amano, «con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano».
Infine il ricordo commosso del Santo Padre è andato a tutti i papà, le mamme, le nonne, i nonni, i fratelli, le sorelle e i figli «che già ci hanno preceduto nella luce della sua Pasqua eterna, e che sentiamo presenti qui, insieme a noi, in questo momento di festa».
7 - 8 giugno 2025: Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle nuove Comunità
Più di ottantamila pellegrini si sono riuniti in piazza San Pietro per celebrare il Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle Nuove Comunità durante la Santa Messa della Solennità di Pentecoste presieduta da Papa Leone XIV. Mentre sabato 7 giugno, oltre settantamila fedeli hanno partecipato alla Veglia di Pentecoste, uniti in preghiera intorno al Santo Padre.
Sabato, dopo un pomeriggio all’insegna della musica e delle testimonianze, durante la Veglia Papa Leone ha parlato dell’importanza della sinodalità come unica via all’interno della quale tutta la creazione acquista un senso: «Carissimi, Dio ha creato il mondo perché noi fossimo insieme. "Sinodalità" è il nome ecclesiale di questa consapevolezza. È la via che domanda a ciascuno di riconoscere il proprio debito e il proprio tesoro, sentendosi parte di un intero, fuori dal quale tutto appassisce, anche il più originale dei carismi. Vedete: tutta la creazione esiste solo nella modalità dell’essere insieme, talvolta pericoloso, ma pur sempre un essere insieme. E ciò che noi chiamiamo "storia" prende forma solo nella modalità del riunirsi, del vivere insieme, spesso pieno di dissidi, ma pur sempre un vivere insieme. Il contrario è mortale, ma purtroppo è sotto i nostri occhi, ogni giorno. Siano allora le vostre aggregazioni e comunità delle palestre di fraternità e di partecipazione, non solo in quanto luoghi di incontro, ma in quanto luoghi di spiritualità. Lo Spirito di Gesù cambia il mondo, perché cambia i cuori. Ispira infatti quella dimensione contemplativa della vita che sconfessa l’autoaffermazione, la mormorazione, lo spirito di contesa, il dominio delle coscienze e delle risorse. Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. L’autentica spiritualità impegna perciò allo sviluppo umano integrale, attualizzando fra noi la parola di Gesù. Dove questo avviene, c’è gioia. Gioia e speranza».
Durante la Santa Messa della Solennità di Pentecoste, il Santo Padre ha accentuato l’importanza per la Chiesa di promuovere la comprensione reciproca e la costruzione di ponti anziché barriere: «A Pentecoste le porte del cenacolo si aprono perché lo Spirito apre le frontiere. Come afferma Benedetto XVI: "Lo Spirito Santo dona di comprendere. Supera la rottura iniziata a Babele – la confusione dei cuori, che ci mette gli uni contro gli altri – e apre le frontiere. […] La Chiesa deve sempre nuovamente divenire ciò che essa già è: deve aprire le frontiere fra i popoli e infrangere le barriere fra le classi e le razze. In essa non vi possono essere né dimenticati né disprezzati. Nella Chiesa vi sono soltanto liberi fratelli e sorelle di Gesù Cristo"».
23 - 27 giugno 2025:
Giubileo dei Seminaristi, Sacerdoti e VescoviA Roma tre eventi giubilari dedicati ai seminaristi, ai vescovi e ai sacerdoti di tutto il mondo, che hanno coinvolto oltre seimila persone.
I seminaristi sono stati accolti con un evento di benvenuto lunedì 23 giugno, alle ore 17.00, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. I partecipanti prima però hanno vissuto un momento di preghiera con la recita comunitaria del Rosario al quale è seguito il concerto del Coro della Diocesi di Roma con l’Orchestra "Fideles et amati", diretto da Mons. Marco Frisina, che ha proposto ai giovani un racconto vocazionale attraverso il suo vasto e celebre repertorio musicale. L’evento giubilare strettamente dedicato ai seminaristi è continuato il 24 giugno dalle ore 8.00 con il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro e, a seguire, alle ore 11.00 in Basilica con la catechesi del Santo Padre Papa Leone XIV, che per la prima volta ha incontrato i seminaristi del mondo. Alle 18.00 il Giubileo si è concluso con le Celebrazioni eucaristiche per gruppi linguistici in dieci chiese del centro di Roma, presiedute dai Vescovi.
Il 25 giugno, in mattinata, si sono tenuti eventi dedicati ai Vescovi, provenienti da circa 50 Paesi del mondo, tra cui Italia, Spagna, Polonia, Portogallo, Argentina, Brasile, Venezuela, Stati Uniti, Filippine. I partecipanti si sono ritrovati alle 9.30 di mercoledì nel Braccio di Costantino, dove gli è stata consegnata la stola, la casula e la mitra dell’Anno Santo, e alle 10.00 hanno iniziato il loro Pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro e poi alle ore 10.30, la Santa Messa, presieduta dal Prefetto emerito del Dicastero per i vescovi, S.E.R. il Card. Ouellet, all’Altare della Cattedra. A seguire, alle 12.30 sempre in Basilica, il Santo Padre ha tenuto la sua catechesi ai vescovi e, a seguire, insieme a loro ha fatto la Professione di fede sulla tomba di San Pietro.
Il 25 giugno è iniziato invece il Giubileo dei sacerdoti, con le catechesi tenute dai vescovi in dodici chiese del centro di Roma, per gruppi linguistici. Il giorno seguente, 26 giugno, i partecipanti hanno preso parte alla Celebrazione Eucaristica presieduta dal Prefetto del Dicastero per il Clero, S.E.R. il Card. Lazzaro You, nella Basilica di San Pietro. A seguire i sacerdoti hanno avuto l’opportunità di vivere il pellegrinaggio giubilare alle Porte Sante delle Basiliche papali, dalle 11.00 alle 18.00. L’appuntamento per tutti, poi, è alle ore 19.00 sempre all’interno della Basilica di San Pietro, per la Veglia di preghiera, con le testimonianze di un seminarista, un vescovo e un sacerdote dal mondo, presieduta dal Pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, S.E.R. Mons. Rino Fisichella.
L’evento giubilare si è concluso venerdì 27 giugno con la Celebrazione Eucaristica nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, presieduta dal Santo Padre nella Basilica di San Pietro. Durante la S. Messa, Papa Leone XIV ha ordinato trentadue nuovi sacerdoti provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Italia, India, Sri Lanka, Romania, Centrafrica, Saint Vincent and the Grenadines, Camerun, Angola, Vietnam, Etiopia, Tanzania, Ghana, Nigeria, Corea, Messico, Uganda, Australia, Messico, Kenya, Brasile, Croazia, Slovacchia, Ucraina e Papua Nuova Guinea. Il Papa rivolgendosi agli ordinandi ha detto: «Amate Dio e i fratelli, siate generosi, ferventi nella celebrazione dei Sacramenti, nella preghiera, specialmente nell’Adorazione, e nel ministero; siate vicini al vostro gregge, donate il vostro tempo e le vostre energie per tutti, senza risparmiarvi, senza fare differenze, come ci insegnano il fianco squarciato del Crocifisso e l’esempio dei santi».
Il Vescovo di Roma rivolgendosi ai seminaristi li ha definiti "pellegrini" e "testimoni di speranza", chiamati a diventare «ponti e non ostacoli all’incontro con Cristo, annunciatori miti e forti della Parola che salva, servitori di una Chiesa aperta e in uscita missionaria».
Il Papa ha inviato i candidati al sacerdozio a restare accanto ai sofferenti nelle società segnate da conflitti, amando con il cuore di Cristo, e lavorando sulla propria interiorità con umiltà e coraggio. Strada privilegiata che conduce nell’interiorità, continua Leone XIV, è in primo luogo la preghiera che, in un’epoca di iper-connessione, consente di cogliere la presenza di Dio e di conoscere veramente sé stessi, anche in relazione al mondo circostante.
Altrettanto importante è il discernimento, quello che - sul modello di Maria – rende capace di custodire e meditare, di mettere insieme i frammenti, i sogni, i desideri e le ambizioni che affollano il cuore, a volte in modo confuso. «Guardatevi dalla superficialità» è dunque il monito del Papa ai seminaristi, respingendo ogni forma di ipocrisia. Infine testimoniare la misericordia di Dio tra la sete di potere del mondo: «Fate della vostra vita un dono d’amore», ribadisce ancora il Pontefice, ricordando che il cuore di Cristo è animato da immensa compassione e non bisogna giocare al ribasso, ma appassionarsi alla vita sacerdotale «vivendo il presente e guardando al futuro con cuore profetico».
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ultimo aggiornamento
02 luglio, 2025