Continuiamo ad approfondire le parole di Maria, per la Rubrica: “la Bibbia ci parla”, tenuta dalla professoressa Giusy Bruscolotti, Docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e Teologico di Assisi e l’Istituto Ecclesia Mater di Roma.

 

Le sei Parole di Maria

Secondo i Vangeli, Maria la Madre di Gesù, prende la
parola le sei seguenti volte:

– Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo? (Lc 1,34)

– Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. (Lc 1,38)

– L’anima mia magnifica il Signore ... (Lc 1,46s)

– Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti  cercavamo (Lc 2,48)

– Non hanno più vino (Gv 2,3)

– Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5)

 

In questo numero sostiamo un po’ sulla terza parola.

 

La terza ‘parola’ di Maria: (seconda parte)

"Il Magnificat" (Lc 1,46-50)

 

L’anima mia magnifica il Signore, il mio spirito esulta in Dio mio salvatore

La terza ‘parola’ che Maria pronuncia, cioè il suo terzo intervento, è il Cantico del Magnificat. Per la precisione l’Evangelista Luca fa presente che Maria saluta Elisabetta una volta entrata nella casa della parente, ma non riporta il discorso diretto, pertanto la terza ‘parola’ consiste nell’insieme dei dieci versetti del così detto Cantico del Magnificat. Maria è una donna che canta, è felice, realizzata, riconosce che tale gioia le viene donata dal Signore. Maria pronuncia il più prezioso dei Cantici, Lei che appartiene ad un popolo caratterizzato da donne che hanno proferito parole di lode al Signore: si pensi a Maria, sorella di Mosè, Debora, Anna, moglie di Elkanà e Giuditta. Per essere precisi il soggetto della lode è la vita tutta intera di Maria. Il Testo greco parla infatti di psichḗ che nella tradizione ebraico-biblica indica l’essere umano nella sua totalità, inteso come un unicum. E il verbo greco megalynō letteralmente vuol dire ‘rendo grande’, che, associato al destinatario della lode, il Signore, viene reso più elegantemente con magnifico. Dalla vita nella sua interezza il Cantico si concentra sullo spirito (pnèuma) che esulta. Il verbo greco agiallàō, esulto, ritorna di frequente nella Sacra Scrittura: esulta il cuore di Anna che ha ottenuto dal Signore il dono di un figlio, esulta Tobi perché suo figlio è tornato sano e salvo con la sua sposa Sara, esulta il Salmista perché il Signore è alla sua destra e non può vacillare, secondo il Profeta Isaia esulta il cittadino di Sion perché lì in Sion vi abita il Santo d’Israele, nel Vangelo di Giovanni esulta l’amico dello sposo per la gioia dello sposo stesso. Qui Maria esulta in Dio definendolo suo salvatore. Ha scritto Dietrich Bonhoeffer: "Questo cantico di Maria …è il più appassionato, il più impetuoso, si potrebbe quasi dire il più rivoluzionario cantico… Non è la Maria dolce, tenera, sognante, ma una Maria appassionata piena di trasporto, fiera, entusiasta" (17.12.1933).

 

Perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Nei due precedenti versetti abbiamo conosciuto due caratteristiche di Maria: il suo disporsi ad esaltare il Signore e la sua indole esultante. In questo versetto 48 veniamo a conoscere altri due aspetti: l’umiltà che la contraddistingue e l’invocazione col titolo di ‘beata’ che le generazioni in perpetuo le rivolgono. Circa l’umiltà teniamo conto che è tra le virtù più esaltate nella Bibbia e i suoi frutti vengono visibilmente riconosciuti. Solo per citare alcuni passaggi: Il timore di Dio è scuola di sapienza, prima della gloria c’è l’umiltà (Pr 15,33). Frutti dell’umiltà sono il timore di Dio, la ricchezza, l’onore e la vita (Pr 22,4). Ma anche nel Salmo 138 leggiamo Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile (Sal 138,6). E nel Libro di Giobbe vi troviamo scritto: Egli esalta gli umili e solleva a prosperità gli afflitti (Gb 5,11). Maria è acclamata in perpetuo ‘beata’. Nella Scrittura leggiamo che beata è acclamata Lia dalle donne perché tramite la sua schiava ha ottenuto un altro figlio (Gen 30,13), beata è la nazione d’Israele che ha il Signore come Dio (Sal 33,12), beata è dichiara dalle giovani l’amata del Cantico dei Cantici (6,9), beata è la sorte finale dei giusti (Sap 2,16), beata è Maria riconosciuta tale da Elisabetta che vede in Maria la vera credente, Colei che ha creduto possibili le promesse del Signore (Lc 1,45). Papa Francesco parlando di Maria ha detto: Il Magnificat "è come una "fotografia" della Madre di Dio" e l’umiltà è "il segreto di Maria". È l’umiltà che ha attirato lo sguardo di Dio su di lei" … "L’occhio umano ricerca la grandezza e si lascia abbagliare da ciò che è appariscente. Dio, invece, non guarda l’apparenza, ma il cuore ed è incantato dall’umiltà" (15.08.2021).

 

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome.

Intanto facciamo presente che i verbi tradotti in italiano al passato prossimo, in realtà nel Testo Greco sono all’indicativo aoristo e quindi esprimono un’azione puntuale svolta nel passato. Maria ha gioito quindi per le grandi opere che il Signore ha compiuto in Lei in una fase precisa della sua ancor breve vita. In questo versetto 49 il Signore è lodato con i titoli di potente e santo. Frequentemente nella Scrittura si parla della mano e/o del braccio potente del Signore, ma anche del Signore in quanto il Potente. Ad esempio più volte è invocato come il Potente di Giacobbe o il Potente d’Israele. Nel Salmo 89 leggiamo la bellissima provocazione: Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti? Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda (Sal 89,9).

Nel Libro del Profeta Isaia in un versetto del capitolo 9 (9,5) vengono evidenziati quattro titoli del Signore tra cui ‘potente’: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Inoltre Maria acclama santo il nome del Signore. Il Signore è il Santo e santo è il Suo nome. Il santo nome del Signore non deve essere profanato secondo quanto più volte apprendiamo nel Libro del Levitico, il santo nome è oggetto di lode, di ringraziamento, di benedizione, di gloria, è motivo di confidenza da parte dei credenti. Maria, la più umile delle creature riconosce e loda la potenza del Signore nonché il Suo santo nome. Sant’Ambrogio ha scritto: "Adesso, dopo esserci soffermati a considerare attentamente il canto della Madonna, sia in noi l’animo di Maria, sia in noi il cuore di Maria perché sia possibile anche a noi magnificare Dio come l’ha magnificato lei" (Commento al Magnificat).

 

Di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.

In uno dei 73 Salmi che recano il titolo ‘di Davide’, l’Autore usa tra le più alte espressioni per esaltare le opere del Signore, opere scaturite dalla Sua indole misericordiosa. Si tratta del Salmo 103, Salmo dove vengono testimoniati i prodigi compiuti dal Signore a favore della comunità e individualmente a vantaggio dell’Autore. In un passaggio, per la precisione al v. 17, leggiamo: (Ma) l’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, e la sua giustizia per i figli dei figli (Sal 103,17). Maria nel Magnificat continua su questo stile cantando la misericordia del Signore. La misericordia è ciò che distingue il Signore perché essa muove le Sue azioni, infatti la misericordia non è qualcosa da relegare ai soli sentimenti del cuore, ma una realtà che si riflette nella concretezza dei benefici elargiti al popolo. Il Signore è misericordioso in virtù dell’alleanza col popolo per cui è un continuo atto di fedeltà all’alleanza stessa nonché un’azione gratuita. E tuttavia vengono risaltati dei destinatari privilegiati della misericordia del Signore: coloro che temono il Signore. Il verbo greco fobéō vuol dire ‘avere paura’, ma anche ‘temere’ nel significato di avere l’atteggiamento di chi si premura di ascoltare gli insegnamenti e scrupolosamente cerca di praticarli. Interessante notare che l’Autore del Vangelo cui sono attribuiti anche gli Atti, proprio in quest’ultimo Libro nel parlare di coloro che temono il Signore, si riferisce a quanti, provenendo dal paganesimo, accolgono e si convertono al Vangelo (At 10,2.22.35). Così il Magnificat estende gli orizzonti dei destinatari della misericordia del Signore non più solo ai membri del popolo biblico, ma a tutti i popoli della terra.

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ultimo aggiornamento 02 luglio, 2025