Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te
Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a
imparare a pregare alla scuola di Madre SperanzaPREGHIERA DI UNIONE
Il nostro errore fondamentale, del quale spesso neppure riusciamo ad accorgerci, è quello di definirci peccatori a parole e considerarci, in realtà, sempre giusti davanti a Dio e irreprensibili, ossia senza necessità alcuna di dover essere ripresi o corretti. Per questo ci scandalizzano le prove da affrontare che sembra continuino a moltiplicarsi più che a diminuire, lungo il cammino della vita.
Non crediamo che tra noi e la santità di Dio c’è infinita distanza e che non ci sarà possibile avvicinarci a Lui senza prima, per così dire, uccidere e annientare l’amor proprio attraverso una perfetta sottomissione a tutte le prove che Dio permetterà.
"Percorrendo il cammino della santità, dovremo passare attraverso la prova di alcuni insuccessi, di dolorose pene e angustie. Ma siamo certi che, aiutati dal buon Gesù, saremo vittoriosi. Le croci e le sofferenze con le quali Dio vorrà provarci, serviranno per amarlo sempre più e per accrescere i nostri meriti."(El pan 15, 208)
Per eliminare completamente l’orgoglio, è necessario non perdere nessuna delle occasioni per accettare volentieri quanto all’amor proprio provoca maggiore ripugnanza: contraddizioni, prepotenze, torti, offese, oltraggi, calunnie, maldicenze, che a questo punto sono frequenti e in dolorosa successione, soprattutto da parte di persone molto vicine o amate e lasciano l’anima sconvolta e sofferente.
Restare uniti a Dio conformandosi a ciò che Egli permette, non sarà un’impresa di quiete né di riposo, ma di lotta. E ancora una volta, il segreto per non soccombere e non abbandonare il cammino, sarà ricorrere alla preghiera.
"…la preghiera non toglie il sacrificio voluto da Dio, ma dà coraggio e forza per offrirlo. Quante volte, in un quarto d’ora di preghiera fervorosa davanti al tabernacolo silenzioso, si ottiene tale risultato!
Da parte mia posso dire che quando ho sentito il cuore talmente oppresso e scoraggiato da credere di non potercela fare, mi sono inginocchiata ai piedi del tabernacolo, ho pregato con tutta l’anima e ho trovato la pace, la rassegnazione e la prontezza d’animo per soffrire ancora e portare quella croce che pochi momenti prima credevo di non poter sopportare. Altre volte avevo l’anima turbata per degli ordini che mi sembravano ingiusti, ma davanti al tabernacolo ho supplicato e lottato, fino ad avere la forza di dire: "Devo farlo e lo faccio", recuperando la serenità e sentendomi capace di tutto."
(El pan 7,147-48)Maria Antonietta Sansone
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ultimo aggiornamento
15 marzo, 2018