esperienze

Don Ignazio Carrubba

Arciprete Parroco di Resuttano (CL), Responsabile Diocesano della FACI

Don Costantino Stella, prete Leonino, promulgatore della FACI in Sicilia

 

Con la promulgazione dell'Enciclica Rerum Novarum del 1891, emanata da Papa Leone XIII, si inaugura per tutta la chiesa universale una stagione completamente nuova di tentativi di conciliazione con il Regno d’Italia in quel contesto storico, seguendo il monito "Ecclesia semper reformanda est". L’enciclica Rerum Novarum veniva emanata mentre il mondo cambiava a partire dalle grandi trasformazione operate dal l’invenzione della macchina a vapore con lo sviluppo caotico e problematico della rivoluzione industriale e in contemporanea si sviluppava la Questione Sociale, cioè l’insieme di tutti i problemi che colpirono i lavoratori col cambio dei metodi di lavoro, e allora anche la Chiesa Cattolica doveva prendere in considerazione i nuovi problemi che nella società nascevano, ecco questa enciclica che divenne una vera pietra miliare per il chiarimento della posizione della chiesa e a tal proposito il 15 maggio 1891 un Papa , prendeva atto di tutte le trasformazioni avvenute nel mondo del lavoro e nella società. Rerum Novarum il titolo in latino a maggior ragione quando si scrivono questi documenti ufficiali, è un modo per indicare ciò che si stava vivendo, quindi la traduzione sta indicare: delle o sulle cose nuove, facendo riferimento quelle che veramente non erano più tanto novità ma dei cambiamenti consolidanti nel modo di vivere e di operare. Le preoccupazioni più forti della Chiesa derivano dallo sviluppo dei movimenti del socialismo e del comunismo con le affermazioni di ateismo venivano fatte, e secondo questa corrente ideologica la religione è definita come l’oppio dei popoli ed è la causa di tutti i problemi, e afferma anche un principio dove è l’uomo in realtà che ha creato Dio. Insomma da una visione teocentrica della vita si vuole far passare una visione antropocentrica, dove tutto avrebbe dovuto ruotare attorno all’uomo e non più a Dio creatore di tutte le cose. In Gran Bretagna vi erano Insurrezioni, operai che avevano destato altrettanta preoccupazione, si faceva riferimento al cosiddetto Luddismo, avvenivano sollevazioni violente degli operai colpevolizzando le macchine per l’impossibilità di migliorare le loro condizioni generali, saccheggiavano le fabbriche dove lavoravano. Insomma una società in subbuglio con rivolte Papa Leone XIII prese così una posizione sul problema, coinvolgendo non solo la classe operaia ma anche i padroni, agli operai chiedeva di allontanare da sé la violenza, al comunismo chiedeva di rifiutare l’ateismo, e ai padroni invece chiedeva interventi concreti per evitare ogni esasperazione, in particolare il Papa parlava di Concordia, di armonia e chiedeva una vera Conciliazione tra le due parti, sollecitava una presa di coscienza anche nelle gerarchie della chiesa, affinché prendessero posizione per risolvere all’interno della stessa i problemi del mondo del lavoro, chiedeva infine agli operai di formare associazioni di carattere Cristiano in opposizione a quelle Socialiste e comuniste.

Questa enciclica da parte di qualche storico è stata chiamata o meglio, definita la carta della dottrina sociale Cristiana e quindi il suo valore è altissimo, infatti tale è stata la sua importanza che a distanza di 100 anni un altro Papa, Giovanni Paolo II nel 1991 pubblicava un’altra enciclica dove riprendeva quella dottrina chiedendo alla chiesa di prendere atto delle nuove trasformazioni in merito alle problematiche dei debiti dei paesi del terzo e quarto mondo1. Da questa enciclica Rerum Novarum nascono i cosiddetti Preti sociali tra cui il grande don Luigi Sturzo, prete calatino il quale crea il partito che ricalca il pensiero di Papa Leone XIII. Monsignor Cataldo Naro storico di fama internazionale, arcivescovo di Monreale scrisse a riguardo, sulla recensione della Rerum novarum in Sicilia e l’avvio del movimento cattolico isolano: Aderirono alla Democrazia cristiana di Murri i migliori rappresentanti del movimento cattolico isolano: il calatino Luigi Sturzo, l’agrigentino Michele Sclafani, i palermitani Ignazio Torregrossa e Vincenzo Mangano, il nisseno Angelo Gurrera. Essi seppero accompagnare all’attività organizzativa pratica la produzione intellettuale scritta, spesso di notevole valore. In tale produzione il richiamo al pensiero di Leone XIII e in particolare alla Rerum novarum è costante. La preoccupazione dei democratici cristiani isolani era soprattutto di mostrare come l’orientamento ideale e la prassi organizzativa della Democrazia cristiana non fosse inficiata di modernismo ed anzi costituisse la traduzione fedele dell’insegnamento di Leone XIII. Nella testimonianza di Luigi Sturzo sull’impatto della Rerum Novarum in Sicilia, che abbiamo già citata, manca il ricordo di un elemento che ebbe una grande influenza su un certo numero di giovani sacerdoti, compreso lo stesso Sturzo, al fine di orientarli all’«apostolato sociale», come allora si diceva, Tra gli effetti della Rerum novarum in Sicilia è da annoverare l’imporsi, in concomitanza con l’avvio delle prime iniziative del movimento cattolico, del modello di prete «leoniano», attivo nelle lotte sociali, che si radicò ampiamente e profondamente nel clero dell’isola. Don Luigi Sturzo di Caltagirone ne divenne il rappresentante più noto, anche fuori dell’isola, ma non fu certo né solo né isolato. Ogni città e ogni paese ebbero il loro piccolo don Sturzo. Dopo decenni di smarrimento il clero sembrò ritrovare un progetto pastorale concreto, una precisa linea di esercizio del ministero, una prospettiva capace di rinfrancarlo e ridargli la sensazione di aver trovato la via per la «riconquista» del mondo moderno alla Chiesa2.

Tra i piccoli Don Sturzo nel paese di Resuttano in provincia e diocesi di Caltanissetta, troviamo Don Costantino Stella, del quale 2 anni fa, è stato celebrato il centesimo anniversario della sua morte. Nacque a Resuttano, 19 maggio 1873. Entrò giovanissimo presso il seminario di Caltanissetta, subito si contraddistinse, intelligente e di spiccata memoria dedito alla preghiera e alla vita spirituale. In quel tempo a Caltanissetta, era vescovo diocesano Mons. Guttadauro e il nipote Francica Nava era Rettore del Seminario che poi divenne cardinale di Catania. Non era ancora Sacerdote, quando il giovane Costantino partecipò al primo congresso regionale cattolico tenutosi a Palermo nel 1895, da dove ne trasse profitto per muoversi bene da giovane sacerdote nelle diverse iniziative che proponeva il nuovo movimento cattolico. Dopo l’ordinazione sacerdotale passato un anno appena, fu nominato Arciprete parroco del suo paese natio dove spese tutta la sua vita per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Fu ucciso alla prematura età di 47 anni a pugnalate nel Cantone della sua casa mentre usciva di sera, una sera piovosa, lui che aveva fondato il monte frumentario a favore degli agricoltori per passare le sementi a basso costo, la cassa rurale, per poter debellare l’usura che divorava la povera gente, da parte di alcuni malavitosi, fondò le associazioni femminili, avviò la municipalizzazione, ebbe cura nel mostrare concretamente attenzione ai poveri e bisognosi, fece parte della FACI, federazione delle associazioni cattoliche Italiane a favore del clero e che promosse non solo nella diocesi nissena ma in tutta la Sicilia, a tal proposito affermava su un articolo de "L’Aurora", organo di informazione diocesana esistente ancora: " Ognuno deve portare il proprio sassolino, la propria cooperazione. Tutti il nostro nome alla F.A.C.I."3 Stimatissimo e conosciutissimo tra il clero siciliano, conobbe don Luigi Sturzo, amici a tal punto di chiamare il prete calatino fondatore del Partito popolare, in maniera confidenziale con il nome Luigino. Oggi ne rimane a noi la memoria, che vive ancora nelle sue opere ancora vive a Resuttano e che si trasmettono alle nuove generazioni. Difatti in questi ultimi anni, è sorta una cooperativa sociale a favore dei giovani del Paese, che porta il suo nome e che come scopo ha quello di riqualificare i beni confiscati alla mafia del territorio come centri di accoglienza e di rieducazione per i meno abietti e dunque per i più bisognosi. Chiudo con una frase che spesso questo sacerdote di Dio amava scrivere e insegnare: "Se la giornata passa senza aver potuto compiere un’opera di bene, il sonno della mia notte non è tranquillo"4.


1 Giovanni Paolo II Centesimus annus ,  Lettera Enciclica nel centenario della  Rerum novarum,  1° maggio 1991.

2 Naro Cataldo , La recezione della Rerum novarum in Sicilia e l’avvio del movimento cattolico isolano . In: "Rerum novarum". Écriture, contenu et réception d’une encyclique. Rome: École Française de Rome, 1997. pp. 565-576. (Publications de l’École française de Rome, 232).

3 Stella Costantino, Lettere e scritti. Centro studi sulla cooperazione “A.Cammarata” ed.Seminario Caltanissetta 1988,p.137

4 Idem ,p.78

 

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ultimo aggiornamento 11 giugno, 2021