Il tuo Spirito Madre

a cura di P. Mario Gialletti fam

— Ripresentiamo pensieri della Madre, tratti dai suoi scritti —

Una riflessione con la Madre sulla festa del Corpus Domini

Mi pare che la Madre in tutti i suoi scritti si lasci sempre molto interpellare e giudicare dalla Parola di Dio, la contemplazione della Passione che Essa fa non le serve solo per capire, commuoversi o voler riparare (come le era stato insegnato a Villena da Esperanza Pujol, la fondatrice delle Figlie del Calvario), ma soprattutto si sente impegnata con la contemplazione a scoprire i sentimenti con cui Gesù ha vissuto quel momento per poterli imitare e poterli ripetere nella sua vita.

Anche quando parla dell’Eucaristia contempla e adopera il mistero, si commuove di fronte a questo mistero di amore, ma soprattutto vuole che quel modo di agire di Gesù interpelli la sua vita, la giudichi, la stimoli.

 

Mi ha fatto piacere, mentre stavo riflettendo su questo, trovare un vecchio articolo del vescovo Maggiolini sull’Osservatore Romano del 29 maggio 1996, dal titolo: "Lasciarsi giudicare dall’Eucaristia". Mi è sembrato di trovarci una conferma di questa intuizione della Madre. La Madre ne parla in tanti brani e tante volte; io ne ho sottolineati due del 1943, "Las Esclavas" e "La Pasión" (da El pan 8 e El pan 7).

Nella festa del Corpus Domini, la liturgia, nelle letture dei tre cicli festivi, sottolinea ogni anno un aspetto del mistero eucaristico:

Anno A                    La Parola di Dio che si fa carne, che dà la vita;

Anno C                    Il Pane che è Cristo;

Anno B (1996)   l’Eucaristia come Alleanza.

 

L’Eucaristia - dice Maggiolini – è nel contesto dell’Alleanza, esprime l’Alleanza, realizza l’Alleanza tra la benevolenza misericordiosa di Dio e la nostra miseria.

La Madre, nella semplicità del suo linguaggio, coglie la stessa esigenza. Si pone la domanda del perché possano esistere tanti cristiani che fanno la Comunione anche tutti i giorni o tanti sacerdoti che dicono Messa anche tutti i giorni, eppure non progrediscono nella santità e vivono la loro vita con tanta freddezza.

Nel numero 525 di El pan 7 ne dà una spiegazione:

1. per ben ricevere l’Eucaristia non è sufficiente solo essere in grazia di Dio:

"… riporre il corpo del buon Gesù in un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era mai stato posto; questo avviene in un cuore purificato dal vecchio lievito…";

2. ma è necessario anche che questo cuore si vada cambiando in una nuova creatura "… cambiato in una nuova creatura";

3. il cambiamento deve essere così forte che esprima radicalità, solidità, come era il sepolcro dove fu deposto il Corpo di Gesù che era "… un sepolcro di dura roccia, con il quale si simboleggia la solida stabilità…";

4. e infine un impegno costante a custodire e proteggere il tesoro racchiuso nel cuore in modo che possa operare in noi la trasformazione costante per renderlo simile a quello di Gesù", "… e il sepolcro dobbiamo chiuderlo con una pietra grande e pesante…";

5. è molto simpatico, ma profondamente bello e vero, in che cosa la Madre identifichi questa pietra pesante che deve rendere efficace la presenza eucaristica di Gesù nel nostro cuore; questa pietra pesante "… è la longanimità perseverante; e cioè un proposito fermo e costante di tenere sempre molto lontano dal cuore tutto quello che potrebbe profanare o molestare il sacro corpo di Gesù (El pan 7, 525). Il vocabolario della lingua italiana definisce così la longanimità: atteggiamento di chi usa grande indulgenza e clemenza, di chi sa avere pazienza e sopportazione, indulgenza e tolleranza.

Il contrario di questi atteggiamenti – dice la Madre – è ciò che profana e molesta il sacro corpo di Gesù nel nostro cuore e ne vanifica la Sua azione!

La stessa Madre Speranza nel numero 1080 di El pan 8 spiega che cosa intende per longanimità, una parola ormai quasi scomparsa dal nostro vocabolario usuale, ma che riassume un programma impegnato e che ripete quei tre atteggiamenti che Maggiolini indicava come esigenza della Alleanza per condividere con Gesù il Suo modo di amare:

1. consegnarsi alla morte dopo aver perduto e dopo aver donato tutto; quindi farsi capaci di saper perdere, di saper donare, a qualunque costo, farsi capaci di saper dare anche la vita;

2. assumere la nostra responsabilità verso i peccati di tutto il mondo, come comunione non può permettersi di mettersi di fronte al peccato degli altri come un giudice, ma – sull’esempio di Gesù – può solo sentirsi responsabile dei peccati di tutto il mondo e sentirsi chiamato ad andare sulla croce per loro; non c’è spazio per giudizio, critica, lamentele, scontento: quando ci fossero queste cose la comunione non cambia la vita dell’uomo;

3. solo in questo modo l’eucaristia è l’incontro tra la misericordia e la nostra miseria. È l’avvenimento che fa sintesi di noi peccatori con il Dio della benevolenza. Per chi riceve la comunione e vuole che la comunione giudichi la sua vita, è normale che si ritrovi con il tempo a essere una persona di misericordia, capace di scusare, di comprendere, capace di benevolenza.

Longanimità

La longanimità vince gli sconforti che nascono dalla prolungata attesa del bene sperato. È grazie alla perseveranza che l’uomo persiste nelle buone opere delle virtù, nonostante le molestie e le difficoltà che nascono dal prolungarsi di queste opere. E la costanza, che concorda in tutto con la perseveranza…" (El pan 8, 1080).

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ultimo aggiornamento 14 luglio, 2022