Anniversario Beatificazione M. Speranza

Cardinale Gualtiero Bassetti

Anniversario della Beatificazione di Madre Speranza

 

Omelia di S. Em. il cardinal Gualtiero Bassetti

 

Messa al Santuario di Collevalenza per l’anniversario della Beatificazione di Madre Speranza

 

31 Maggio 2022

Saluto il Superiore Generale Padre Ireneo Martínez, il Rettore del Santuario  Padre Aurelio Pérez, il carissimo Vescovo Mario, tutti i padri e le ancelle dell’Amore Misericordioso.

Carissimi, ancora una volta mi trovo, con gioia, in questo bellissimo santuario, voluto e fondato dalla Madre Speranza di Gesù, su ispirazione del sommo "Ingegnere" (così lei lo chiamava). Beatificata da Papa Francesco il 31 maggio 2014 (esattamente otto anni fa), era venuta dalla Spagna in questo angolo dell’Umbria per un percorso mistico e misterioso.

La stessa ispirazione la condusse a impiantare tra noi, con spirituale determinazione, il "messaggio" della Misericordia divina, con ogni mezzo che le dettava il suo incessante dialogo con Gesù, iniziato fin da bambina. Non solo il santuario e la costituzione delle famiglie religiose intitolate proprio all’Amore Misericordioso di Dio: si trattò di una pratica quotidiana, vissuta in penombra, ma luminosa per i tanti che ebbero la grazia di avvicinarla.

Sofferenze fisiche e spirituali, narrate dai testimoni più che da lei, erano offerte per la salvezza dei peccatori; e soprattutto vi era la sua pratica costante della carità fattiva e dell’amore fraterno, spesso manifestato con la schiettezza delle sue umili origini, dando con un esempio che si sarebbe dilatato nel cuore di tante persone e di quanti continuano a venire ad attingervi in questo luogo.

Lo scorso anno, il 7 febbraio, ero qui a celebrare il 38° anniversario della nascita al Cielo della beata Madre Speranza, rendendo grazie a Dio per il dono della vita e della salute, essendo appena uscito da una forma grave di Covid 19. Quest’anno rendo nuovamente grazie alla divina Misericordia, ma vengo ad attingere anch’io di nuovo all’intercessione della Beata: sembra che il periodo peggiore della pandemia sia passato, ma chiedo a Dio, a nome di noi tutti, il dono della pace, in questo mondo sconvolto da guerre vicine e lontane, di nuovo con pesanti ricadute sull’economia mondiale e, quindi, sull’esistenza di tante povere persone e di tante famiglie.

In questo santuario è viva, vigile e quasi palpabile la presenza luminosa, oltre che della Madre che oggi ricordiamo beata, del santo Papa Giovanni Paolo II, che nel novembre 1981 venne a sua volta a ringraziare per il dono della vita all’indomani dell’attentato, e a presentare al Signore e alla Vergine Maria le istanze di tutti.

È quanto i santi e i beati hanno sempre fatto, ciascuno secondo il suo carisma ma tutti offrendo al Signore la propria vita per il bene degli altri.

La festa di oggi, 31 maggio, è una occasione particolarmente fausta per ricordare e celebrare questo "incontro di santità". Se solo immaginiamo quanto si svolse tra la Vergine Maria, nel cui grembo cresceva il piccolo Gesù, e l’anziana cugina Elisabetta, ringiovanita dall’inattesa gravidanza di san Giovannino, anche il nostro cuore intona il Magnificat, come tante volte dovette fare Madre Speranza contemplando le meraviglie della beatitudine eterna che le era dato intravedere al di là della croce.

La liturgia di oggi proponeva per la prima lettura due alternative, entrambe perfettamente aderenti al carisma di Madre Speranza.

«Rallegrati, figlia di Sion» dice il Signore per bocca di Sofonia. Il profetico invito alla gioia è per Maria, certo (ed è la prima frase dell’Ave Maria, la preghiera che tante volte ripetiamo); ma, a distanza di millenni, è per ciascuno di noi. Infatti proprio in virtù di quel «sì» incondizionato di Maria (che dovette essere tante volte ripetuto da Madre Speranza nel segreto della sua anima) il Signore è arrivato fino a noi, in mezzo a noi, per cui, anche attraverso le prove e purificati dalle nostre mancanze, è Lui il «salvatore potente» capace di rinnovare le creature e il mondo con il suo amore, efficace e concreto come la beata Madre seppe essere.

La lettera di san Paolo ai Romani, dal canto suo, può essere riletta come il programma di vita della religiosa di Collevalenza. «La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene; siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore». Sempre «lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera».

Siano anche per noi, queste parole del Signore, il riferimento di ogni giorno. In questo modo arriveremo, ne siamo certi, ad essere gioiosi testimoni della speranza e della carità cristiana, contribuendo, ciascuno secondo il proprio carisma, a costruire la nostra parte di bene. È bello infatti intonare il Magnificat, ma è altrettanto bello che qualcun altro renda grazie al Signore per mezzo nostro, per quel poco di bene che saremo riusciti a portare. È bello ed essenziale invocare la Misericordia di quel Dio che ha sempre le braccia spalancate per ciascuno di noi, ma non dimentichiamo che essa agisce anche attraverso di noi, ai quali è affidato il compito di testimoniarla con gesti di riconciliazione e di comunione fraterna.

Ci doni il Signore la grazia di essere, in ogni circostanza della nostra vita, cristiani veri, capaci di allietare il prossimo e alleviare le altrui sofferenze nel suo nome, con l’esempio e l’intercessione della beata Madre Speranza. Amen!

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ultimo aggiornamento 14 luglio, 2022