Il tuo Spirito Madre a cura di P. Mario Gialletti fam
Beata Madre Speranza, maestra di preghiera nell’ora della Passione
H
o avuto
Preghiera di Gesù nel Getsemani
(cf Mc 14,32-34 e paralleli).Dopo l’ultima cena, molto provato da forti e contrastanti sentimenti (la consapevolezza dell’addio, dell’abbandono dei suoi e di tutti, delle enormi sofferenze che l’aspettano...), Gesù si ritira a pregare. Lo invade come non mai "paura, angoscia e tristezza fino alla morte" (Mc 14,33s), fino a sudare sangue (Lc 22,44).
Ges
ù è agitato al punto che si prostra a terra, per tre volte si alza e torna a pregare, cerca la compagnia dei suoi; per tre volte supplica il Padre con le medesime parole, quelle della preghiera da lui stesso proposta ai suoi: "Abba! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu" (Mc 14,36).
La
Madre offre un commento molto profondo e particolareggiato di questo terribile momento. Ha confidato di averlo vissuto. Davanti al suo letto aveva un dipinto: il volto luminoso di Gesù in un fondo nero.Scrive: "Gesù vede con terribile chiarezza tutti i tormenti della passione, la morte in tutto il suo terrificante aspetto, entra in agonia e cade a terra. Satana gli insinua questa tentazione: Getta via da te questo carico che ti opprime! Non puoi resistere. Rifiuta a Dio la tua obbedienza".
Ges
ù supera la tentazione pregando con dolorosa insistenza: non la mia volontà sia fatta ma la tua! Una preghiera che è dolorosa lotta con la "carne", lotta come quella di Abramo nel sacrificio del figlio, di Giacobbe, di Giobbe, della stessa Madre Speranza incarcerata per sette mesi… Lotta drammatica per ubbidire al Signore. Preghiera resa ancora più difficile dal fatto che gli apostoli invece di vegliare dormono."
Vegliate e pregate, figli miei!… Povero il religioso che non è capace di vegliare neanche un’ora sola e dorme nel tempo della preghiera, necessaria specialmente nei momenti critici. E tutto ciò per mancanza di amore e auto dominio!"L’essenziale della preghiera resta la richiesta di fare la volontà del Signore "anche se mi fa soffrire, anche se non la capisco, anche se non la vedo".
La preghiera fatta bene è esaudita: il Padre non toglie il calice, ma dà la forza dello Spirito per berlo fino all’ultima goccia, cosa a noi impossibile. Dopo questa drammatica e prolungata preghiera "Gesù si alza, il suo sguardo ritorna sereno, l’aspetto risoluto, assume il contegno e i gesti di chi è padrone di sé e sa dove va. Ha recuperato la tranquillità e la pace che conserverà pienamente fino alla fine. La sua voce risuona incoraggiante come sempre: Alzatevi andiamo!
La preghiera non toglie il sacrificio voluto da Dio, ma dà il coraggio e la forza per offrirlo. Quante volte in un quarto d’ora di preghiera fervorosa davanti al silenzioso tabernacolo si ottiene tale risultato!" (n 146).
Gesù prega per i suoi nemici
Con incredibile carità Gesù prega il Padre per i suoi crocifissori scusandoli: Padre perdonali perché non sanno quello che fanno" (n 390).È la preghiera che Gesù innalza dalla croce come osserviamo nel crocifisso dell’Amore misericordioso e che continua a ripetere alla destra del Padre intercedendo ancora per noi come Sommo Sacerdote misericordioso.
Presentando le sue piaghe, Gesù mette in atto in modo perfetto ciò che aveva proclamato: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano" (Mt 5,44).
Ges
ù scusa tutti "nella sua commovente supplica al Padre perché il vero amore non esclude nessuno dal perdono, neppure il più incallito dei nemici" (n 392).È questa la preghiera di intercessione, molto presente nella Bibbia: Abramo, Mosé, tanti salmi, lo stesso Gesù e i santi hanno sempre pregato per ottenere grazie in favore delle persone sofferenti.
È stata l’accorata e insistente preghiera della Madre perché Gesù portasse in paradiso chi l’aveva fatta immensamente soffrire. P. Mario Gialletti afferma che la Madre per 22 anni ha ricevuto ogni giorno anche 100/120 persone, una per una, e una media di 20/30 lettere al giorno. Le risposte dettate dalla Madre venivano inviate dallo stesso padre Mario. Le grazie ricevute dalla sua preghiera incessante e dai suoi sacrifici sono state innumerevoli. Per ottenerle faceva una prolungata preghiera, spesso notturna, immaginandosi come "un fazzoletto che asciuga le lacrime" e la portinaia del buon Gesù. "Dopo aver ricevuto le persone con il loro carico di miserie corporali e spirituali, le presento a Gesù che come Padre attende ansiosamente che interceda per tutti quelli che sperano da lui il perdono, la salute, la pace e ciò di cui hanno bisogno e vedo con gioia che Lui ascolta".
"Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?" (Mc 15,34).
Gli evangelisti Marco e Matteo riferiscono che Gesù morì "gridando a gran voce" le prime parole del salmo 22. Un salmo intensamente drammatico, che Gesù giustamente cita perché porta in preghiera precisamente la situazione di grave sofferenza che sta vivendo prima di morire.
Riporto alcuni passaggi.
"Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? In te confidarono i nostri padri e tu li hai liberati. Ma io sono verme non uomo, rifiuto degli uomini, disprezzato, uomo dei dolori.
Mi circondano tori, leoni, un branco di cani. Sono slogate tutte le mie ossa, il mio cuore è come cera, la lingua si è incollata al palato, hanno forato mani e piedi, sono ridotto a polvere, si dividono le mie vesti…
Tu mi hai risposto. Ti loderò nella grande assemblea perché hai ascoltato il mio grido. Scioglierò i miei voti davanti a tutti e canteremo le tue meraviglie. Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i popoli. A Lui solo si prostreranno e diranno: ecco l’opera del Signore!".
Dal grido drammatico, quasi disperato dell’inizio, a motivo del totale abbandono degli uomini, degli oltraggi di ogni genere e soprattutto del terribile silenzio di Dio, il salmista (Gesù) giunge all’esultanza della lode perché Dio trasforma la tragedia nell’opera divina della salvezza universale, l’opera più grande: il passaggio dalle tenebre alla luce! La vera Pasqua!
Scriv
e Madre Speranza. "Con questo grido Gesù chiede aiuto al Padre il quale non interviene, per cui si sente abbandonato anche da Lui. Questo è quanto di più doloroso abbia sperimentato Gesù. Lo esprime con un forte grido rivolto al Padre stesso e a tutti noi".Questa grandissima sofferenza proviene dal fatto che Gesù prese su di sé ogni peccato e con ciò anche la conseguenza: l’allontanamento da Dio. "Gesù caricò sulla propria anima, per toglierlo a noi, il tormento proprio dei condannati all’inferno" (n 450).
Si potrebbe in certo senso dire: Gesù accettando di prendere su di sé tutte le nostre miserie, sperimentò il tormento dell’inferno. "Per voi sono giunto a soffrire questo terribile castigo… Non disperate mai! Abbiate fiducia in me anche se vi sembra di essere abbandonati da Dio" (n 451). "Mio Signore e Redentore, abbi pietà di me. Presenta le miserie della mia anima all’eterno Padre e ottienimi la grazia di non abbandonarlo mai più, per non essere da lui abbandonato. Anche a me rivolgi le parole che dicesti al buon ladrone: Oggi sarai con me nel paradiso!"
"Gesù gridando a gran voce, disse: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 26,46).
Sono le ultime parole di Gesù, di santo Stefano (cf At 7,59), di San Policarpo, di San Bernardo… di Madre Speranza nel suo testamento. È l’affidamento totale, pieno di fiducia, consegnando alle mani paterne e materne di Dio l’intera esistenza, prima di esalare l’ultimo respiro.
Ecco alcune parole del salmo 31 che Gesù cita nella sua ultima preghiera.
"
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Tendi a me il tuo orecchio e vieni presto a liberarmi. Alle tue mani affido il mio spirito. Io confido nel Signore.Non mi hai consegnato nelle mani del nemico. E io dico: tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani. Liberami dalla mano dei miei nemici e dei persecutori. Salvami per la tua misericordia. Quanto è grande la tua bontà, Signore! Benedetto il Signore che per me ha fatto meraviglie di grazia! Amate il Signore voi tutti i suoi fedeli; il Signore protegge chi ha fiducia in Lui.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore".
Scrive
Madre Speranza: "Gesù muore confessando solennemente la sua figliolanza divina. Questa preghiera contiene fede, speranza e carità, dà forza e conforto a chi sta morendo.Padre, parola dolce, espressione di una fede piena di fiducia nella consapevolezza del suo significato più profondo: ritornare al Padre.
Nelle tue mani, nelle mani dell’Onnipotente che tutto ha creato e tutto dispone con dolcezza e fermezza, nelle mani dell’Amore misericordioso sempre disposto a ricevere la colomba che ritorna nell’arca della salvezza.
Affido il mio spirito con assoluta confidenza e con la certezza che la mia anima immortale torna a Lui e non può trovare riposo se non in Lui" (n 466).
La
Madre chiude il suo testamento così : "Supplica che rivolgo al buon Gesù nel momento della morte. Chiedo che insieme ai miei figli e figlie possiamo pregare come Gesù: Padre, perdona… Padre, nelle tue mani affido il mio spirito".P. Domenico Cancian fam
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ultimo aggiornamento
13 aprile, 2024